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La politica è sempre più circo Barnum all’italiana

Opinionista: 

L’ultimo giro di giostra diventa solo il penultimo. Deputati e Senatori refrattari a risiedere nel “domicilio” di Camera e Senato assegnato dagli elettori. Hanno il “lato b” in continuo movimento sussultorio e non per comprensibili esigenze fisiologiche, quanto per cogliere al volo, sul momento, le opportunità che soddisfano meglio esigenze riconducibili alla sfera del potere personale e delle pratiche utilità. Così, in poco tempo, le Camere hanno cambiato volto e “geografia” collocazionaria. È scomposizione di gruppi. Da una costola del Pd nasce “Italia viva” di Renzi. Vi si arriva da strade varie: Beatrice Lorenzin, già ministro della Sanità, da Alternativa popolare dopo un passato in Forza Italia; dal partito berlusconiano Donatella Conzatti (ma chi è costei?); dai socialisti Riccardo Nencini; uno da Civica Popolare, Gabriele Toccafondi (ne toccherà altri?). Molti piddini avevano “spergiurato” eterna fedeltà a Zingaretti fino a un istante dalla scissione. Tegola per Matteo l’asfaltatore-rottamatore: indagine su Alberto Bianchi, ex presidente di Open (conti opachi e senza controlli), finanziatore della Leopolda sede dei meeting renziani. *** CE N’È PER TUTTI. Non serve affollarsi. Il terreno “traditorio” è vasto, sempre aperto e accogliente. Lo ha sperimentato il governatore ligure Giovanni Toti. Con la sua squadra (8 fra senatori e deputati) fonda “Cambiamo”: tranquilli si perde il pelo ma non il vizio. Per conto suo Lorenzo Cesa, Udc, esce dall’oblio e resuscita la “Balena Bianca”, come Giampaolo Pansa definiva la Democrazia cristiana. Dopo un lungo letargo lo “Scudo crociato” è ri-proiettato nel futuro. Tra chi giura che così sarà, l’ex cattolica Pd Paola Binetti. Partiti da una parte e cespugli dall’altra, prende corpo la polverizzazione nostalgica del sistema proporzionale. Si poteva essere eletti con percentuali da prefisso telefonico. Onore all’onestà di Clemente Mastella, già ministro della Giustizia ora Sindaco di Benevento. “Io, confessa, col mio piccolo 2 per cento facevo vincere qualunque dei due poli a seconda dei miei spostamenti”. *** DUE BIG TRABALLANTI. Per motivi diversi non hanno molto terreno sotto i piedi. Il vento degli abbandoni soffia contro Berlusconi (già sceso da 61 a 57 parlamentari) che è tutto preso da un centrodestra “europeista e moderato”, mentre Toti, Renzi e la Meloni più pragmaticamente pensano a “portare acqua” (visto che anche i nostri eletti sono diventati “liquidi”) al proprio mulino. E poi c’è la sirena Salvini. Ma qui l’ex Cav. ostenta epicurea imperturbabilità: ”Siamo troppo diversi e poi c’è Francesca (la Pascale) che non lo tollera!”. Ma guarda che roba! E nessuno sapeva che Forza Italia era diventata Forza Francesca. Disavventura d’altro tipo per Romano Prodi. Dopo la scottante esperienza di Presidente del Consiglio, cammina con un occhio rivolto a Bruxelles (dove ha presieduto la Commissione europea) e uno al Quirinale. Qui nel 2022 si eleggerà il nuovo Inquilino. Un pensiero “strategico” lo aveva avvicinato ai grillini suggerendo: perché, con Conte, non fate un governo “Orsola”, dal nome italianizzato della nuova Presidente Ue? Suggerimento irricevuto perché poco “saporito” e così Prodi- mortadella azzerato (dall’entourage di Beppe Grillo è filtrato che quel titolo “Orsola” andava meglio per una frivola commediola dopolavoristica). *** ESTERI SOTTO CASA. Si pensava che l’italiano nuovo capo della diplomazia internazionale avrebbe riunito sùbito ambasciatori e consoli per saggiare l’aria che tira alla Farnesina. Niente di niente. La prima riunione l’ha fatta convocando a Palazzo Chigi gli organizzatori della campagna per le regionali in Umbria. ”Qui o si vince o si muore”, avrebbe detto. I missili della Corea del Nord non ci riguardano, e ancora meno i conflitti israelo-palestinesi, quelli medioorientali e dell’Africa mediterranea. Questo per l’Umbria. E il giorno che si votasse per Pomigliano d’Arco? Allora sì che per la sua città, dove ha preso una volta ben 59 voti per il Consiglio comunale, convocherebbe un summit con Trump, Putin e tutti gli altri big del mondo! *** LA GRANDE NEMICA. E’ il titolo del libro che Flavio Alivernini ha dedicato, in forma biografica, alla ex presidente della Camera Laura Boldrini. Sensazionale è che questo libro è diventato un caso. Prima ancora di essere èdito ha provocato una scarica di insulti da parte degli haters. Uno di loro ha mandato in onda un “grazie, ho finito la carta igienica!”. La People-storie editrice ammette: ”Questo libro racconta una campagna di odio contro la Boldrini fin dalla sua ascesa in politica. È stato accolto con ferocia prima di arrivare nelle librerie”. Il sondaggio di un giornale ha posto il quesito: pistola alla tempia, preferite Càrola Rakete o Laura Boldrini? Per la “capitana” 63 per cento. *** LA GRANDE SFORTUNATA. Veronica Lario raccoglie le lacrime dichiarando: “Mi sento ferita, Berlusconi vince sempre!”. Ce l’ha con la magistratura perché in Cassazione ha perso e ora deve restituire, all’ex marito,14 milioni di euro. Ma quando, in primo grado, aveva ottenuto un assegno mensile di 1,4 milioni, possibile che non le sia minimamente passato per la mente che era una vergognosa esagerazione? Gentile signora Veronica: le sue lacrime, se proprio ne vuole versare, sono degne di miglior causa. Per questa, faccia il favore, si astenga.