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La saggia “sferzata” di Papa Francesco

Opinionista: 

Sessant’anni fa la firma dei Trattati di Roma. Gli Stati, che li sottoscrissero, lo fecero sotto la spinta di grandi leader quali Adenauer, De Gasperi, Schuman, Spaak. Lo fecero “inseguendo” il sogno di Altiero Spinelli, “concepito” nel confino dell’isola di Ventotene. Ma lo fecero anche sotto la spinta razionale, determinata dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, scatenata dalla follia di Adolf Hitler e dalla “megalomania”, subalterna per altro, di Benito Mussolini. I profeti” tragici di Nazismo, Fascismo e Razzismo di cui alla persecuzione feroce degli Ebrei e della loro eliminazione nei forni crematori. Purtroppo, anche l’Italia si accodò con la promulgazione delle Leggi Razziali e la Monarchia Sabauda, con l’imbelle Vittorio Emanuele III, controfirmò quelle leggi, prodotte dal Fascismo. La Seconda Guerra Mondiale seguì alla Prima, che era iniziata nel 1914: in meno di trenta anni l’Europea Occidentale aveva “prodotto” ben due Guerre Mondiali. La saggezza, la lungimiranza e la capacità di leadership di quei Grandi Governanti seppe porre un punto fermo e seppe concretizzare con atti di governo l’Intuizione di Spinelli. Nel corso di questi anni, di sviluppo e di pace, via via gli Stati aderenti sono diventati 28, ma a Roma sono stati solo 27 a firmare i nuovi Trattati, perché l’Inghilterra, dopo il referendum, sta avviando le procedure per uscire dall’Unione Europea. Intanto cresce il Populismo Antieuropeo ed anti Euro, e solo il risultato elettorale recente della piccola Olanda fa ben sperare rispetto agli esiti elettorali di Francia e Germania. E poi dell’Italia, quando sarà. Ma il clima, e non solo in Europa, è ben diverso rispetto a quello di sessanta anni fa e le prospettive sono sempre più nere. Quell’entusiasmo, costruttivo e contagioso, è andato via via scemando per far posto a meri calcoli aritmetici, ed egoistici, di cui anche all’estremo burocratismo delle Istituzioni Comunitarie. Si costruiscono Muri dappertutto. L’impressione è che non sorgano solo per far fronte a migranti e terroristi, messi insieme molto impropriamente, bensì perché contagiati dalla triste “strategia” di Trump: “prima l’America”. L’Europa che si sgretola non solo mina alle basi la Pace, ma diventa un piccolo soggetto, rispetto alle grandi potenze economiche mondiali. E non è vero che gli Stati – quelli europei singolarmente non “valgono” l’America – se stanno da soli, chiusi nelle… Mura dell’egoismo e dei cosiddetti interessi nazionali, stanno meglio. E neppure i cittadini di quegli Stati. La sferzata di Papa Francesco ai Governanti riuniti a Roma è andata proprio in questa direzione. Un “compleanno” triste questo sessantesimo per l’Europa e per l’Italia, che, fra gli Stati Fondatori, è quella che forse sta peggio. Attraversata come è da qualunquismi di cui a leader ignoranti: senza valore e senza valori. Da parlamentare europeo antico, che ha avuto l’onore di rappresentare l’Italia nella massima Assise democratica del nostro Continente, guardo con grande dolore a questa deriva “negazionista” dei valori, che presiedettero alla nascita dell’Unione europea, e penso che tutto questo non accada per caso. Temo che la scuola, la stessa università, il mondo del sapere, nonostante la lodevole iniziativa dell’Erasmus, non abbia saputo trasmettere appieno quei valori. Insieme al fascino, e all’orgoglio, per ciascuno di noi, di chiamarsi insieme Italiano e Cittadino d’Europa. Mi piace, comuqnue, ricordare solo alcune delle iniziative che, da deputato al Parlamento europeo, insieme a Biagio De Giovanni, con la nostra Associazione “Napoli Capitale Europea”, concretizzammo. Con l’obiettivo di far conoscere le istituzioni comunitarie a quelle campane e meridionali. Per sottoporre in sede comunitaria direttamente progetti e propositi. Nacquero tre “viaggi”, due con Nello Polese sindaco di Napoli ed una con Antonio Bassolino, appena eletto, nelle Capitali europee, ai quali parteciparono Unione Industriali, Camera di Commercio ed Università. Con tutta la stampa cittadina che di quei “viaggi” diede ampio conto. Si viaggiava in charter, spesso con rientro nella notte. Ed insieme portavamo la nostra Cultura e la nostra Musica: resta memorabile uno Stabat Mater di Pergolesi nel Duomo di Strasburgo in concomitanza con una straordinaria Mostra del ‘600 Napoletano curata da Antonio Spinosa. Dirigeva l’orchestra Fedope Susanna Pescetti con Ciro Visco che suonava l’organo del Duomo, gremitissimo di oltre tremila persone entusiaste. La stampa unanime titolò: “Un concerto incanta Strasburgo”. Ma in quelle occasioni, sempre con l’Orchestra diretta da Susanna Pescetti, portammo anche Façade di William Walton con le voci recitanti di Lady Susana Walton e Michael Aspinall. E la Tempesta di Shakespeare tradotta in Napoletano da Eduardo De Filippo e finemente musicata da Antonio Sinagra. Grande entusiasmo, grande impegno per portare un piccolo granello per contribuire a costruire il fascino dell’Europa Unita. Ma l’iniziativa, che mi piace di più ricordare, fu la visita al Parlamento Europeo, a Strasburgo, degli “Studenti contro la camorra” il 15 dicembre del 1992. Già nell’agosto del 1991, sempre insieme a Biagio De Giovanni, avevamo avviato iniziative per sollecitare il Governo italiano ad assegnare alle Comunità Terapeutiche i beni confiscati alla criminalità organizzata. Gli studenti anticamorra, di cui alla Associazione Giancarlo Siani, capeggiata da Geppino Fiorenza, a Strasburgo, volevano testimoniare che Napoli non era solo camorra, ma, aveva in sé gli anticorpi, gli studenti appunto, per reagire e per invertire la rotta. E per combattere la cattiva “nomea” che veniva, e spesso viene ancora, attribuita a Napoli ed ai Napoletani. Fu un’esperienza importante per quegli studenti. Fu segnato un punto non dimenticato nella lotta alla camorra ed alla sua “cultura”. Anche questo significava allora l’Europa. Anche questo mi piaceva fare, insieme ad un collega, ed amico, di grande prestigio, quale Biagio De Giovanni.