Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

La strage di immigrati e l’inerzia della politica

Opinionista: 

Scorrono in questo momento dinanzi agli occhi le drammatiche immagini dell’ultima immane tragedia consumatasi a poche miglia dalla “terra promessa”, da ciò che, come ha detto il Papa, rappresentava la felicità. I numeri sono agghiaccianti: si parla di 700 persone annegate sotto un barcone capovoltosi perché sciacalli, avvoltoi rapaci, hanno riempito lo scafo fino all’inverosimile, pur di lucrare denaro su tanti esseri umani in cerca di una vita migliore. Le fredde e impietose statistiche dicono che siamo dinanzi alla strage più grave del dopoguerra, più grave anche della strage di Lampedusa del giugno del 2013, quando le vittime furono quasi 400. Ora fioccano i comunicati di governi, leader di partito, autorità, tra cui purtroppo quelli ignobili e disgustosi del solito Salvini o della Santanché di turno che propone di bombardare e bruciare tutti i barconi della Libia e di lasciare così tante povere creature di Dio a crepare di fame e di stenti nei deserti libici. Anche l’esecutivo dell’Unione Europea ha emesso un comunicato in cui si manifesta tutta la frustrazione dinanzi a una situazione «dura che richiede un’azione decisa». E si scopre ancora una volta che il problema va affrontato «alla radice », coinvolgendo – sarà la millesima volta che si sentono queste parole magiche - tutti paesi di origine e transito. Pare che anche il nostro Presidente Matteo Renzi, specialista in tappe forzate nella realizzazione delle riforme, abbia usato lo stesso metodo per affrontare il grave problema. Mentre scrivo è in corso a Palazzo Chigi una riunione di gabinetto con i ministri Gentiloni, Alfano, Pinotti, Delrio e il sottosegretario Minniti. Si sono naturalmente intensificati i colloqui con i vari leader europei, tanto che, tra gli altri, il Presidente Hollande ha espresso non solo solidarietà, ma si è dichiarato d’accordo con Renzi nel proporre una riunione dei massimi vertici europei per rafforzare l’operazione Triton. «È inaccettabile. È il momento per l’Ue di affrontare queste tragedie senza indugio». È proprio alla luce dei colloqui avuti con i suoi colleghi europei, che Renzi ha chiesto la convocazione di un vertice straordinario dell’Ue sul tema dell’immigrazione entro la settimana. Naturalmente non c’è ragione di non credere agli impegni che – in un frangente così drammatico e dinanzi a una sciagura di proporzioni ancora non del tutto note – il capo del Governo e il capo dello Stato hanno solennemente assunto dinanzi all’opinione pubblica italiana ed europea. E tuttavia, ciò che maggiormente mi ha colpito è stata l’immagine veramente sofferente e dolorosa di Papa Francesco che non ha parlato solo di fredde cifre e di burocratici impegni, ma ha elevato al cielo la sua umana, umanissima parola: «Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore: affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercavano la felicità».