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L’amore ai tempi del virus maledetto

Opinionista: 

Ci sono storie reali o romanzate che vanno raccontate e lette, alcune diventano capolavori immortali. Sono spesso storie d'amore, emblematiche di quanto questo sentimento riesca a travalicare qualsiasi tentativo becero e furente di imporre differenze di etnia, di censo, di appartenenza a razze diverse, perché l'amore, in senso lato, gode di una definizione così complessa e semplice al tempo stesso, da sconfiggere anche l'odio. Perché nelle sue caleidoscopiche sfaccettature, può divenire esso stesso alibi per rancore ed odio. Siamo dibattuti e sbatacchiati da più d'un mese da questo virus maledetto - ancora non ci abbandona la convinzione di un esperimento batteriologico finito fuori controllo - che ha mietuto in Italia molte più vittime per l'esaltazione psicotica, per il risveglio di rancori fobici mai sopiti, che per numero di morti, quasi nella totalità per gravi patologie concomitanti. Abbiamo commentato, la scorsa settimana, la perdita dell'unico collante ancora esistente in tali catastrofi, la solidarietà umana, eppure, inguaribili sognatori, crediamo che ancora esista, nonostante le raccomandazioni sull'asetticità dei contatti, una specie d'amore, un amore incompreso, dilaniante e fatale, in questi tempi di paura. È amore forte, il messaggio di un'insegnante di Torre del Greco alla sua scolaresca, che con voce commossa li abbraccia tutti idealmente e li sprona ad avere fiducia e tenacia nel futuro, ricordando loro che sono tutti nel suo cuore e che il momento difficile passerà. Ma nella nostra mente si fa strada il senso pandemico di un meraviglioso, toccante romanzo di Marquez, quello dell'amore costante di Florentino Ariza per Fermina Daza... ai tempi del colera. Immaginate una storia d'amore nella tristezza di questi giorni. Paolo, perito industriale, nato nei Quartieri Spagnoli, lavora come cameriere ad Ischia. A fine settembre, conosce Francesca, che sta in vacanza, nello stesso albergo, con i suoi. Suo padre è un industrialotto benestante della Val Brembana. Il colpo di fulmine passionale fra i due giovani è classico ed immediato, grazie alla predilezione comune di un "galeotto fu il libro e chi lo scrisse", "L'amore ai tempi del colera". Le giornate trascorrono brevi ed intense, i due si giurano eterno amore, nonostante il padre di Francesca, scoperta l'onta etnica, schiaffeggi il "terrone" ed abbrevi la vacanza. La distanza non scoraggia Paolo e Francesca. I mezzi di comunicazione non mancano, ma il controllo ferreo e reazionario del padre è costante, invadente, classista ed omofobo. Un parassita meridionale, coleroso e scansafatiche non può avere alcun legame con un solido industriale, industrioso, convinto sostenitore della Lega Nord. A dicembre, dopo Natale, Paolo riesce perfino ad incontrarsi con Francesca in un albergo a Rimini, ma i soldi sono pochi e deve cercare un lavoro. L'amore non ha confini, come l'attività del padre di Francesca, che a fine gennaio fa un viaggio d'affari in Cina. Non ritorna, bloccato dalle autorità, per un forte sospetto di contagio da Coronavirus. Francesca e la famiglia cadono nel terrore ignoto, intanto l'attività produttiva dell'azienda si blocca del tutto. Paolo non sente ragioni. Prende il treno, corre da Francesca che ha bisogno del suo amore, per raggiungerla evita con la sua improvvisazione "napoletana" tutti i posti di blocco della zona rossa. Si rifugiano in un cascinale isolato. Si amano con la struggente dolcezza della loro gioventù. Dopo un paio di settimane, Paolo tossisce di continuo, suda, trema, ha febbre alta. I cellulari sono superflui. Francesca tenta di raggiungere un ospedale. È una mattina brumosa e grigia, contraria e nemica. I pensieri oscuri, le forze debilitate la frenano. Sa che non ci sarà futuro per il loro amore ed inizia a tossire per l'angoscia e la disperazione. Torna indietro. Paolo ansima, ma gli occhi sorridono nel rivederla. Francesca gli si stringe accanto, "Ti ricordi, Paolo? È tempo di fare quel viaggio in battello sul nostro fiume, insieme e per sempre". Lasciate fluire i battiti del tempo e dell'anima. È solo una storia di pura fantasia: l'amore ai tempi del Coronavirus.