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L’assalto dei poteri forti per spogliare l’Italia

Opinionista: 

Ci sono italiani che amano l’Italia, e si sacrificano per la comunità: il rosso vivo della nostra bandiera. Medici, infermieri, volontari: senza di loro non riusciremmo ad evitare l’incalzare del flagello, e non potremmo nemmeno immaginare che un giorno questa immane tragedia sarà finita. I più di cento operatori sanitari morti sul campo danno la misura di quanto il nostro Paese sia intriso di umanità e coscienza, e riesca a reagire come un corpo solo, guidato da intelligenza, istinto di sopravvivenza e abnegazione. Talvolta fede. In queste giornate particolari, nelle quali i credenti commemorano e rivivono il sacrificio del Figlio di Dio, anche chi è ateo o laico fa esperienza del sentimento della speranza. Di una speranza fondata sugli uomini di buona volontà, sulle loro opere, sulle loro azioni. Contemporaneamente, nello stesso spazio e mentre la tempesta infuria, ci sono altri italiani che scommettono contro il loro Paese. Si tratta di quella vasta categoria di risparmiatori che, essendosi affidati a banchieri privati specializzati nella gestione dei patrimoni, fanno la corsa a vendere azioni, obbligazioni e fondi nazionali per ricomprare titoli equivalenti tedeschi, francesi o americani, meno redditizi ma più sicuri. Questi signori, di cui non conosciamo i nomi ma che sappiamo essere in tanti, dopo aver accumulato medie e grandi fortune in Italia - con mezzi legittimi, qualche artificio, o addirittura in maniera fraudolenta e criminale – hanno scelto la via della speculazione finanziaria, magari spronati al rischio da bankers sofisticati e ammiccanti che garantivano rendimenti alti, accesso ai paradisi fiscali, scudi e protezioni di varia natura. Mentre gli olandesi sottraevano e sottraggono gettito d’imposta ai fratelli d’Europa per mezzo di tassazioni ridicole applicate al reddito d’impresa, diverse decine di migliaia di nostri pseudo-compatrioti utilizzano il libero mercato dei prodotti finanziari per spostare da un’altra parte la ricchezza che hanno accumulato da noi. Accentuando la fuga proprio durante il periodo di crisi, quando invece il Paese avrebbe bisogno della solidarietà di tutti per sostenere un possibile progetto di ricostruzione. Ovviamente, c’è il famoso segreto bancario, che si estende a quelle accolite di “esperti” che rimpinzano le società di gestione mobiliare specializzate nel manipolare ed accrescere lo sterco del diavolo. E dunque non potremo sapere chi si nasconde dietro il crollo di reputazione che sta accompagnando la crisi economica, a meno che non intervenga una improbabile “operazione verità”. Nel frattempo, il governatore della Banca d’Italia segnala che, nell’ultimo mese, diverse banche europee si sono liberate di titoli del debito italiano, cedendoli alla Bce pur di non correre rischi. Un altro segno dell’Europa marcia e fallimentare, che non ha voluto adottare un principio di mutualità che prevedesse, a determinate condizioni, la condivisione del rischio. Tremonti lo diceva un decennio fa: gli eurobond sono un progetto politico, il segno che l’Unione può diventare una Federazione di Stati, e non una accozzaglia di burocrazie schierate a difesa degli interessi mercantili e bancari dei Paesi del Nord. E così, cari amici, prepariamoci a un lungo assedio. Per difenderci da chi ci attacca da fuori – i poteri forti che vogliono spogliare l’Italia approfittando della pandemia - e dalla quinta colonna interna, nella quale militano i nostri vicini di pianerottolo o di quartiere, ai quali non par vero di abbandonare la nave per lucrare ancora sulle rovine del Paese.