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Le primarie di Bassolino e le nuove “pasionarie”

Opinionista: 

Da quando Bassolino, già due volte sindaco di Napoli, per otto mesi ministro del Lavoro nel governo d’Alema, infine ex governatore della Campania in un lungo e tormentato decennio, ha deciso di tornare in campo con primarie di “reduci e nullatenenti” nel tentativo di ricostruirsi la credibilità perduta, ogni sua parola desta sconcerto. Fosse tornato per spiegare le ragioni dei suoi flop, si sarebbe potuto, se non del tutto giustificare, anche capire. Ma il problema è un altro, e molto grave, sotto tutti i punti di vista - politici, parapolitici e paranormali - è che costui non si vuol rendere ancora conto, per dirla con una filastrocca barocca, che “quello che oggi dice di voler fare, se domani torna in sella, lo avrebbe dovuto fare ieri”. Una ventina di anni fa. Fosse solo questo. Nell’anno del Giubileo della Misericordia, ce ne saremmo potuto fare anche una ragione nel sopportarlo. Il guaio è che tale sindrome, tra smemoratezza e velleitarismo, è diventata l’arrogante proclama delle sue primarie “indifferenziate”. Smemoratezza nell’aver dimenticato i guasti pregressi, velleitarismo nel pensare di esorcizzarli, negandoli o ignorandoli. Una volta, ai tempi della sua prima discesa in campo c’era ancora qualche casco giallo, un Cipputi a dargli una identità ma oggi crede davvero che le “magnifiche sorti e progressive” di Napoli possano garantirle le nuove “pasionarie” del jet set partenopeo, che conoscono i problemi della città come Renzi le “lezioni parigine” di Letta? Che decadimento! Dal G7 al “jet set” alla scapece. Quanto diciamo è la “cruda” realtà. Provate a leggere alcune esternazioni volanti di queste “pasionarie”, rese dopo una qualsiasi convention bassoliniana da “nostalgia canaglia” per un passato da Bengodi, vi accorgerete che c’è gente che, in questi anni, è stata sulla luna, ma vuole sostenere il contrario. Partiamo dalla domanda a Rosita Marchese, manager della Cultura, a suo dire riformista fino al midollo, ora tifosa di “VotaAntonio”. «Signora, cosa l’ha convinta a seguire Bassolino?». Risposta: «La sua voglia di ricostruire la passione politica e la necessità di pensare cosa dovrà essere (sic!) questa città a Est, a Ovest e al Centro …”». Inaudito! Proprio i tre obiettivi mancati per generale convincimento. Il colmo, però, è della signora Patrizia Boldoni: la neo presidente della Scabec, non potendo sopportare il gelo tra il suo vecchio amico Antonio e il suo nuovo sponsor Vincenzo De Luca, si sta dannando l’anima per farli incontrare davanti a un caminetto. Che fatica! Chi la dura, però, la vince. Quando tutto pareva perduto, la signora Boldoni, esperta di cultura ma anche di “cottura”, ha avuto una geniale idea: un invito a cena per metterli d’accordo. «Tutte e due - ha poi dichiarato trionfalmente - potrebbero rivoltare Napoli come un calzino». Signore “pasionarie”, purtroppo neanche questo è possibile. Bassolino, Iervolino e de Magistris hanno lasciato Napoli nuda: scalza a Est, Ovest e al Centro.