Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Libertà di opinione: è stata abolita

Opinionista: 

L’obsoleta casta politica europea festeggia, con un sospiro di sollievo, la risicatissima elezione di Alexander van der Bellen, che ha impedito, per il momento, all’Austria di unirsi a Ungheria, Polonia e Slovacchia nel fronte di coloro che vogliono difendere l’Europa autentica e le sue tradizioni da quella, falsa, masochista e suicida dei burocrati di Bruxelles. Questa casta, anche mediante il sistema mediatico che controlla, ha provato a demonizzare Norbert Hofer e il suo Fpö, come aveva fatto in precedenza con Marine Le Pen e il Fn, definendoli nazifascisti; per difendersi da questi pericoli hanno messo da parte, sia in Francia sia in Austria, le ipocrite distinzioni che consentivano loro di presentarsi come due gruppi contrapposti. Va dato atto a van der Bellen, candidato di ripiego che non era espressione del ritrovato “arco costituzionale”, di un atteggiamento molto più corretto verso gli avversari: “Io e Hofer – ha detto – rappresentiamo le due metà dell’Austria”. I democratici italiani, fra cui ex capi di stato e ministri in carica, non celano, al contrario, un’astiosa ostilità. Ma cosa difendono questi disperati conservatori? E da cosa lo difendono? Essi adoperano parole, come libertà e democrazia, che esprimono concetti loro totalmente estranei e condannano il nazifascismo, che nel loro linguaggio sarebbe un sistema che nega quei valori. Prescindendo dalla questione che sollevò un filosofo non certo di destra, Max Horkheimer, circa la compatibilità fra libertà e democrazia, a me sembra che le azioni dei sedicenti democratici, rivolte contro la libertà di opinione, rivelino esser proprio loro i peggiori nazifascisti, nel senso sopra individuato. Consideriamo, in proposito, cinque fatti recentissimi. Il primo è l’inopinata cancellazione dai programmi Rai, senza che ricorresse alcun motivo di costi o di audience, della trasmissione “Virus” che anzi, secondo l’opinionista Vincenzo Mangione di Corsera, era “uno dei pochissimi (o forse l’unico!) talk degno di essere seguito”. Renzi e i suoi proconsoli in Rai non possono, evidentemente, tollerare voci fuori del coro: ma questa è censura politica e puzza lontano un miglio di regime. Il secondo è il licenziamento improvviso dell’eccellente direttore di “Libero” Maurizio Belpietro, reo di essersi schierato per il no al referendum e di pubblicare su Renzi notizie sgradite all’interessato. Domenico Naso, su “Il fatto quotidiano”, ha osservato che il governo aveva appena sbloccato i fondi e rateizzato il debito per il giornale, gratificando così la famiglia proprietaria che ha subito cacciato il giornalista. Il terzo è l’improvviso ridimensionamento della rassegna stampa di Televideo che, fino a una decina giorni fa, presentava una ventina di testate. Ora ne rimangono soltanto quattro e, guarda caso, tutte di orientamento filogovernativo: Corsera, Repubblica, Messaggero e Sole 24 ore. Il quarto è l’esistenza di una censura, operata da appositi redattori, sulle notizie selezionate per Facebook. Televideo ha pubblicato notizia delle proteste, in Usa, per l’oscuramento di news “di destra”. Quanto all’Italia posso testimoniare, per personale esperienza, che è molto difficile pubblicare testi politicamente scorretti: non si riesce, infatti, a condividere (compare una finestra che assume essere il link scaduto o altrimenti precluso) né a salvare con nome né a copiare e incollare. In due casi, per pubblicare il brano (senza l’immagine), ho dovuto copiare un rigo alla volta, riunirli in un mio file autonomo e infine incollare il tutto. Il quinto (più grave di tutti) è l’introduzione, ventilata dalla Boldrina, del delitto d’islamofobia, con una norma che incriminerebbe ogni critica all’Islam. Questo segnerebbe la scomparsa della libertà di opinione, prevista da quella che fu definita “la costituzione più bella del mondo”. La libertà costituzionalmente garantita conosce già più di un grave vulnus: sono penalmente perseguiti, infatti, l’apologia di fascismo e la negazione della Shoah. L’idea della Boldrina, però, è davvero mostruosa. La presidenta della Camera non pensa di tutelare la Cristianità, liberamente offesa da ateisti e musulmani, né di perseguire chi vilipende il Crocefisso e gli altri simboli della nostra religione; non pensa di incriminare chi vieta il presepe nelle scuole o compie, da un pubblico ufficio o da una cattedra, atti vessatori nei confronti di chi crede nel Dio dell’amore e della pace. Vuole, invece, difendere da ogni critica chi massacra i cristiani sol perché tali, distrugge chiese e conventi, condanna a morte quanti espongono simboli del cristianesimo. Riassumendo: la libertà di non essere renziani è già stata abolita; ora si vuole togliere di mezzo anche la libertà di essere cristiani. Quousque tandem abutere patientiae nostrae? La pazienza, in verità, è ormai esaurita ed io temo che stia arrivando il tempo della ribellione.