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L’ultima offerta della pubblicità in tv

Opinionista: 

Il passo è stato breve. Dopo la tv del dolore, con la spettacolarizzazione della sofferenza, ecco la tv del postmortem, quella che ti impegna al di là della vita. L’equazione appare semplice. L’età media, secondo svariate statistiche, aumenta, l’invecchiamento globale appare qualcosa di concreto, l’assistenza di figli e parenti spesso latita e, allora, ecco la pubblicità offrirci la grande occasione, l’ultima offerta per lasciare questa terra rasserenati dentro: il testamento. Ma attenzione, non un normale documento da passare ad un notaio o da chiudere nel cassetto delle cose importanti. Sono vecchi metodi del Novecento. Meglio, una bella lettera manoscritta, magari da lasciare direttamente all’associazione no profit (?) perché il lascito venga ufficializzato. È un passaggio mediatico nuovo sul quale oggettivamente riflettere. Dopo gli sms da spedire immediatamente, le arance della felicità, le piantine da acquistare nelle grandi piazze metropolitane, le donazioni più o meno utili da inviare con tutti i mezzi disponibili, ecco qualcuno che non ti chiede nulla, al momento. Niente soldi, solo un semplice scritto per certificare che, dopo la fine, quella determinata Associazione riceverà una parte o, magari, tutta la tua eredità. Non più un impegno sul presente ma una prospettiva sul futuro, spesso breve. Ecco, quindi, nella versione televisiva, agili vecchiette che stringono una lettera in mano, felici di compiere quel gesto, sorridenti in favore di telecamera. Tira aria di allegria, mentre la presentatrice raccoglie le buste, come nei vecchi Festival di Sanremo, e tutti si abbracciano, sicuri di aver compiuto un bel gesto, certi che quella, in fondo, è sicuramente la scelta migliore. Sulle buste, inequivocabilmente, la parola “testamento” mentre si intravede anche qualche timbro di ceralacca a sancire la sacralità di quella scelta. È l’infrangersi di un’antica regola mai scritta. La morte, una parola storicamente impronunciabile nel vecchio tubo catodico, emarginata costantemente da qualsiasi pubblicitario, viene, improvvisamente, sdoganata ed affiora non come un limite ma come un’opportunità. Ed il messaggio che arriva non tende al presente ma, una volta tanto, impegna il proprio futuro, quello più difficile da immaginare, quello più incerto e indecifrabile. Un passo in avanti? Un pericoloso arretramento? Probabilmente, solo la coscienza che anche la morte richiama nuovi business, sviluppa nuove scelte e non è più quel luogo del silenzio di fronte al quale tutto si fermava. Un crocevia di nuove responsabilità, ricco di nuove, paradossali tentazioni.