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Ma anche San Gennaro è un dato costitutivo?

Opinionista: 

L’importanza storica di un evento come il viaggio di Papa Francesco che da oggi vola prima a Cuba e poi negli Stati Uniti è di per sè un ennesimo miracolo di San Gennaro, non certo in linea con la definizione canonica, ma pur sempre eccezionale per noi napoletani, freschi nella memoria della visita compiuta a Napoli, un miracolo meno ortodosso ma pur sempre legato a quella tradizione che qualcuno ha bollato come residuo di paganesimo. Siamo strani, fracassoni, picareschi e lazzari e siamo stati capaci nei 150 anni e più di unitá d'Italia, ricongiunti alfine alla nostra "vera madrepatria" dal quel credulone di Garibaldi che poi ci ha consegnati ai savoiardi, d'infettare con la nostra "matrice camorristica" questa nobile e incontaminata penisola. Eravamo destinati dall'inizio a fallire, ad arenarci nelle secche di un tragico brigantaggio, perchè non abbiamo mai avuto il coraggio di rimboccarci le maniche e diventare autori di un nostro migliore destino, tanto infettivi che per più di un secolo, all'estero, napoletano era sinonimo di italiano e viceversa: in senso lato insomma, siamo un dato costitutivo della realtà italiana! In una settimana in cui è stato gratificante leggere ed ascoltare interventi autorevoli sulla inesorabile perdita della regola grammaticale, della logica sintattica nell'uso della lingua italiana, registriamo con franco sorriso ed un po' d'ironia su come la "questione camorra" sia stata dibattuta a base di distinguo e puntigliose precisazioni semantiche e linguistiche fra i vari rappresentati delle due principali correnti d'opinione, i bindiani e gli anti. È sembrato il ritorno di fiamma della maltrattata punteggiatura, dei verbi declinati con ignoranza, delle parole manomesse ad arte, proprio da alcuni che normalmente si concedono qualche svarione di troppo, e che per insipienza o malcelata distrazione, non si sono mai preoccupati di correggersi. Sono diventati, all'improvviso, tutti cultori della purezza linguistica, questi protagonisti dell'ennesima sceneggiata napoletana: il buono, o' malamente, i profittatori del caso, gli sconfitti del malaffare, i parvenues politici in campagna elettorale e qualche politico "rottamato" che tenta ancora di contare qualcosa al tavolo di comando; è tornata la parola a chi per propria insipienza o per costrizione mediatica stava lentamente scivolando in terza fila o era destinato a sparire dalla scena: un altro miracolo di San Gennaro. Procedendo nella disquisizione semantica, ci interessa ricordare l'etimologia della parola "camorra", che nei decenni ha incontrato diverse interpretazioni: dal rifacimento di un termine spagnolo, improbabile, a reminiscenze arabe, per finire ultima ad una coreografica ipotesi, che ascrive la derivazione del termine direttamente da Gomorra, quanto mai opportuna ipotesi per le fortune del libro di Saviano, e la schiera dei suoi servili e veterocomunisti intellettuali che lo hanno finora osannato, sperando che, dopo Dario Fo, il giovane e furbo giornalista scrittore possa ambire al Nobel. Noi preferiamo soffermarci sulla accezione consolidata e notoria che tale termine esprime in senso lato: accordo tra più persone che cercano di ottenere profitti personali violando i diritti altrui e aggirando sistematicamente le leggi, e aggiungiamo noi, che pur di ottenere tali vantaggi non esitano a sostituirsi, o ad inserirsi nei meccanismi del potere politico, legislativo e amministrativo dello Stato. Abbiamo affermato qualcosa di eccezionale, di nuovo? Abbiamo compiuto un'incredibile scoperta sociale? Nulla di tutto questo. Abbiamo soltanto contribuito a dare polvere al qualunquismo politico, all'ovvietà culturale, alla stupidità colpevole di chi ritiene che agitando la spada di Damocle di un fenomeno conosciuto, mal combattuto, spesso tollerato per finalità politiche, léggi voti di scambio e controllo capillare del territorio fino a farlo agonizzare, pur di mantenere le leve del potere. Non siamo fra coloro che dichiarano che la camorra, o il malaffare organizzato, a Napoli non esiste, ma siamo contro l'uso come arma impropria, i falsi moralismi, il buonismo compiacente o il cassandrismo devastante che si imbastisce sulla "questione camorra", in entrambi gli schieramenti. Che la Bindi abbia necessità di ritorno mediatico, dopo la rottamazione renziana è evidente, ma costei, ex democristiana, ex componente di un partito che per più di 30 anni ha governato Napoli, salvando un suo esponente rapito dalla BR, grazie ai buoni uffici di intermediari ambivalenti, e che ebbe a dire da ministro della Sanità, che se avesse potuto avere in Italia altri 200 managers come il suo direttore dell'epoca al Monaldi, avrebbe rimesso in sesto la sanità italiana, dimentica che il "sistema camorra" da tempo non è più una tragica esclusiva napoletana. Al procuratore antimafia Roberti ha già risposto il procuratore Colangelo, e ciò la dice lunga sulle idee contraddittorie della magistratura; per quanto riguarda Saviano, che si gode gli effetti mediatici e i ricchi diritti della serie televisiva, mentre continua a girare l'Italia con una scorta pagata da noi italiani, arrogandosi il ruolo di novello Siani, è il teorico dell'ovvietà narrativa sui fatti di camorra.... De Magistris farebbe bene a considerare il suo ruolo al servizio di una comunità elettrice disattesa e delusa, e non credo che ritornando a fare il "revuotapopolo" andrà molto lontano, come appare scontata e inutile la reazione di De Luca: cosa poteva attendersi da colei che lo aveva indicato "impresentabile" alla immmediata vigilia del voto? Chi manca su questo sgangherato palcoscenico da avanspettacolo? Una manciata di pseudointellettuali, sempre attenti a salire sul carro del vincitore, ma assertori di inutili luoghi comuni o sentenze? O quel gruppo di politici, vuoti e incapaci, di seconda linea, ridotti al balbettìo politico da un governo di cui sono ostaggio, o peggio pensionati, oppure quegli imprenditori, si spera pochi, che negli anni sono stati i maggiori fiancheggiatori di camorra, riciclando, facendo da prestanome e arricchendosi sul lavoro in nero? Allora, attendiamo il miracolo del Santo, forse sarà la volta buona per una svolta? Ma, a proposito, anche San Gennaro è un dato costitutivo di Napoli? Il dibattito è aperto.