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Nella capitale si piange troppo, qui gatta ci cova...

Opinionista: 

Roma piange, piange troppo per essere credibile, almeno se lo fa con Napoli. “Avemo già perzo prima de gioca’. Resta da vede’ solo er punteggio: dimo che finisce tanto a poco”, ci dicono con aria depressa da Torpignattara, club giallorossi di vecchia conoscenza romana. Uhmm, troppo depressi per esser credibili. Ma tant’è, la vigilia di Napoli-Roma per avere riscontri attendibili conviene viverla guardando dentro la sola Real Casa azzurra, magari partendo proprio da Castelvolturno. Perché i romani che piangono in anticipo non ci fregano. “N’avete fatti 5 con le riserve in Europa League, figuratevi che ce farete domenica co’ Higuain…“. Già ma dimenticano (diciamo dimenticano…) che là di fronte il Napoli aveva il Legia Varsavia, e domani ci sarà la Roma di Garcia che ha ritrovato pure Salah che, per dire, senza “far niente”, in 90’ ha fatto più di quanto ha fatto Iturbe nelle tre partite in cui ha sostituito la freccia nera. Peraltro la Roma in campionato viene da due pari e una sconfitta, il Napoli, sappiamo bene, da un’Europa League nella quale ha messo insieme 18 punti su 18, ha segnato 22 gol e ne ha incassati 3… n ballo per la designazione c’erano loro: Rizzoli e Orsato, i top d’Italia. Alla fine nella stanza dei bottoni è stato deciso di mandare a Napoli Rizzoli, arbitro, non dimentichiamocelo, che ha diretto la finale del Mondiale ed è valutato come il meglio al mondo. Perché? La scelta è da valutare in ragione della sua personalità più “dialogante” rispetto a quella di Orsato. Rizzoli è sì anche lui ‘tosto’, ma furbetto, è più per la conciliazione, il dialogo, più accomodante rispetto all’altra star del fischietto. Evidente che si ritiene Napoli-Roma partita più a rischio di Juve-Fiorentina, l’altro supermatch di giornata affidato appunto a Orsato. L’unica piccola somiglianza tra le due sta nei litigi con le istituzioni: a Roma c’è il prefetto capitolino Gabrielli che nel giustificare un mancato incontro con il numero uno romericano Pallotta dice: “Non l’ho ricevuto? Strano, in genere ricevo cani e porci…”; dal nostro lato De Laurentiis che nei suoi celebri battibecchi col Comune definisce un cesso il San Paolo. Insomma chi tira la cacca di qui, chi tira la cacca di là, e siccome dopo aver annusato l’aria sta diventando di cacca anche la classifica romanista, l’olezzo - almeno sulla sponda giallorossa del Tevere - è pesante. L’errore più grosso napoletano sarebbe quello di mettersi là a misurare le lacrime: non c’è paragone, la Roma sta assai peggio sia come morale sia come rebus tecnico-tattici. Se il più grande dubbio di Sarri è scegliere a sinistra tra lo stratosferico Mertens visto in Coppa e la quasi sicurezza Insigne, allora ci toccherebbe dar ragione ai disfattistipessimisti de Roma. No, puzza… Napoli, non cadere nel tranello.