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Ora ci attende la sfida delle scuole senza isteria

Opinionista: 

Nessuno pensava di vivere per mesi una pandemia mondiale. La vita è dura e difficile di questi tempi, per tanti, anche se in maniera diversa. La mia città ha dimostrato grande responsabilità e maturità ai tempi del lockdown. I napoletani bravi e rigorosi, a cominciare dai nostri giovani. Negli ultimi mesi, riaccesi lentamente i motori in Italia, Napoli si sta dimostrando, ancora una volta, all’altezza della sfida che la storia ci ha riservato. In nessuna grande città italiana si registra un tale numero di iniziative culturali ed attività varie nel rispetto delle norme anti-covid. I Comuni non hanno ancora ricevuto il sostegno economico necessario e doveroso, eppure a Napoli non ci siamo piegati e non abbiamo mai mollato. Ci hanno ostacolato in tutto pur di fermare la nostra ripresa: dall’utilizzo degli spazi all’aperto, al sostegno delle attività economiche nei luoghi pubblici, dalle iniziative culturali a quelle sociali. Con chi scommetteva e ancora gioca sul fallimento di Napoli. Ma alla fine per la volontà di tanti stiamo dimostrando che si può coniugare il contenimento del contagio con la ripresa della vita. Il virus non andrà via domani, dobbiamo essere bravi a gestire situazioni complesse per contenere anche epidemia sociale, economica e lavorativa. Non ho nemmeno mai sottovalutato il contagio criminale ed il sistema criminale che già lucrano sulla pandemia: sono quelli che godono dell’emergenza, si arricchiscono, consolidano il potere e lavorano per rafforzare lo stato d’eccezione. Ed attenzione che di questi tempi mafie e politica cercano consenso ed agiscono non di rado insieme. Di fronte all’assenza di statisti le città si possono trasformare in comunità-stato, in cui popolo e governanti costruiscono visione e prospettive, anche con creatività e innovazione necessari. Napoli pur con problemi enormi, aggravati dall’assenza di risorse economiche, sta dimostrando di essere viva, in fermento, in prima linea per la costruzione di un Paese più unito. Serve anche buon senso ed equilibrio, che non di rado mancano a chi prende decisioni dall’alto mettendo a rischio la vita delle nostre comunità. Ora ci attende la sfida delle scuole, ritengo che se si rinuncia alla comunità scolastica, senza la vita in classe e l’incontro tra compagni, non esiste democrazia solida, non può esserci un futuro prospero per le generazioni dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Prepariamoci a vivere con serietà, rigore, spirito di comunità e condivisone delle responsabilità, rispetto delle norme e razionalità, la ripresa delle attività scolastiche. Dovremo saper affrontare probabili casi di Coronavirus nelle scuole, senza panico, con capacità sanitaria e responsabilità, senza isteria. Se si chiude tutto al primo focolaio ci rassegneremo ad un lockdown scolastico sino alla primavera prossima. E non sono i giovani il pericolo per l’Italia, semmai una certa politica incapace di saper gestire situazioni complesse. Bisogna essere pronti ad affrontare focolai e saperli spegnerli. Guai a far prevalere inadeguatezza di chi dovrebbe guidare le decisioni e paure che non possono divenire isterie individuali e collettive. Non consegnamo il Paese ad una pandemia psichiatrica e ad una ecatombe generazionale. Possiamo farcela, ma uniti, mai da soli. #Napoli e i napoletani devono fare la loro parte, come sinora siamo stati esemplari nella resistenza e nel contropiede della ripartenza. Senza mai mollare. È di questi tempi che si vede la tempra e ‘a rareca (la radice) a Napoli non si piega nemmeno ai tempi della pandemia.

*da Facebook

P.S. Colgo l’occasione per fare i migliori auguri al giornale “Roma”, fondato a Napoli il 22 agosto 1862, che proprio ieri ha compiuto 158 anni di vita.