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Pd provinciale, Carpentieri si dimetta

Opinionista: 

Oggi sarò presente all’assemblea provinciale del Pd napoletano, convocata per l’approvazione delle liste alle elezioni regionali. Non credo si possa approvare una proposta senza tener conto dello stato in cui si trova il partito a Napoli e in provincia. Confuso e disarmante. Ci sono obiettivi e situazioni che vanno affrontate tempestivamente nei tempi e nei modi possibili. Una di queste è quella della permanenza alla guida del partito del segretario Venanzio Carpentieri. Capisco che siamo in tempo di elezioni e non bisogna aggiungere difficoltà alle difficoltà, ma il problema non può essere rinviato a sine die. Farebbe bene Carpentieri ad annunciare da subito che un minuto dopo il risultato elettorale, qualunque esso sia, sperando che premino il centro sinistra, darà le dimissioni. Quanto avvenuto in questi ultimi mesi con i casi di corruzione e le vicende di Ercolano, Giugliano, Pomigliano, Ischia, Castellammare e altre, hanno creato un sentimento di preoccupazione, di inquietudine e di amarezza fra i militanti e simpatizzanti che non possono essere circoscritte a fatti e responsabilità espressamente locali, ma anche da collegare alle condizioni e allo stato del partito a Napoli. C’è un disorientamento totale ed a ciò si aggiunge il fatto che si sta imbarcando di tutto di più pur di vincere le elezioni. A parte il discutibile familismo, che ricorda molto il periodo lontano dei figli dei tramvieri, ai quali spettava il posto di lavoro nell’azienda del padre. Ci sono troppi ostacoli che appesantiscono le operazioni di tesseramento regolare, l’attività partecipativa, il rapporto con i circoli e la società civile e con i militanti, il rinnovamento, ecc.... Tutto ciò ha dimostrato e dispiace dirlo, la debolezza e i limiti di chi ha la responsabilità principale del partito a Napoli. Un partito litigioso, diviso per gruppi e correnti di cui Carpentieri ne è la massima espressione. Niente di personale nei suoi confronti, ma i fatti e le tensioni di queste settimane, richiedono come il pane, un segretario più capace e autorevole, magari anche con maggiore preparazione politica e autonomia. Mi permetto di dirlo anche per aver conosciuto i vecchi segretari di partito a Napoli. Diciamolo pure, con tutti i loro limiti erano un’altra cosa. Autorevoli e credibili. Non si può assolutamente pensare di avere un partito che faccia da notabile o da spettatore nell’area metropolitana di Napoli, anche di fronte alla disgregazione sociale e culturale, allo stillicidio delle attività produttive, ai gravi problemi della disoccupazione e del lavoro, alle vecchie e nuove povertà, al disagio giovanile. Non penso assolutamente che per affrontare e risolvere questi problemi basta cambiare il segretario provinciale, ma sarebbe già un grande risultato discuterne e affrontarli con un partito maggiormente sensibile e presente, con un segretario all’altezza del compito affiancato da una organizzazione politica, capace di cogliere in tempo la necessità dei cambiamenti. Un segretario che non ricordi quella vecchia pubblicità “Cimabue, fa una cosa ne sbaglia due”.