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Perché cambia spesso il voto degli italiani

Opinionista: 

A condizionare scelte e orientamenti delle forze politiche concorrono in modo spesso determinante i sondaggi. Sono loro a dare vita ad una sorta di "borsino" volto a stabilire chi sale e chi scende nei consensi della pubblica opinione e sovente anche il perché di certe valutazioni. Sono in molti, per avere il polso della situazione, ad affidarsi ai rilevamenti di queste agenzie raccoglitrici di opinioni che, tuttavia, stentano a tener dietro ai repentini mutamenti di umori degli elettori. Quella della instabilità del corpo elettorale, in gran parte confermata dai più recenti test elettorali, è infatti, ormai, una costante che rende precaria la nostra vita politica ed è indubbiamente all'origine dello stato confusionale in cui versa. Che cosa determina questo stato di cose? Per spiegarlo è indispensabile partire da una constatazione: prendere realisticamente atto, cioè, che nel nostro paese il confronto tra i partiti è, per così dire, taroccato. Si è, di fatto, creata una sorta di bipartitismo imperfetto tra due schieramenti: il centrodestra e il centrosinistra. Ma entrambi vivono una profonda crisi d'identità. A ben vedere nel centro destra c'è assai poco di centro e assai poco di destra e nel centrosinistra c'è ben poco di centro e ben poco di sinistra. Almeno se diamo alle parole centro, destra e sinistra il loro significato classico e storico. I due schieramenti che si fronteggiano nel nostro paese sono in realtà privi di ogni riferimento ideologico e si muovono all'insegna di un pragmatismo che quasi sempre assume i connotati dell'opportunismo, ispirato com'è dal desiderio di rendersi interprete di quelle che si ritengono le convenienze del momento. Da ciò derivano due evidenti conseguenze: la prima è che in tale modo i partiti rinunciano ad esercitare quella funzione di formazione della pubblica opinione che, pure, apparteneva loro. La seconda è l'incertezza del quadro politico con la conseguente instabilità dei governi che si alternano alla guida del paese. L'esempio classico di questo stato di cose è il comportamento, in questa legislatura, dei cinquestelle, passati, senza colpo ferire, con assoluta indifferenza, dall'alleanza con il centrodestra a quella con il centrosinistra. A quale dei due cinquestelle dovrebbero far riferimento gli elettori? E come ci si può stupire se gli elettori, prendendo a modello il comportamento dei partiti, modificano, di volta in volta, le loro scelte? Non vogliamo recitare ad ogni costo la parte dei nostalgici delle vecchie ideologie delle quali è stata decretata la morte, ma è innegabilmente vero che. centro, destra e sinistra rappresentavano per l'opinione pubblica riferimenti dai connotati precisi che consentivano di prevedere soluzioni organiche per tutti i problemi. Il loro venir meno ed il contemporaneo abbassamento del livello della classe dirigente non potevano non provocare incertezze, sbandamenti e disorientamento. Si spiega così - ci sembra - quella che viene definita la mobilità del corpo elettorale. Si naviga a vista e, per quanti sforzi possiamo fare, non riusciamo a considerare questo un fatto positivo.