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Prescrivere il Governo o si prescriverà l’Italia

Opinionista: 

Un insopportabile teatrino. La Nazione ha assistito attonita all’ultima pantomima andata in onda l’altra sera, quando i ministri renziani si sono rifiutati di partecipare al Consiglio dei ministri chiamato a decidere sulla prescrizione. Al tempo stesso, gli altri partiti della maggioranza, per non essere da meno nella recita, hanno rinviato tutto alle calende greche del Parlamento, mostrandosi uniti solo sul metodo da seguire praticamente su tutti i dossier: non decidere, tirando la corda della crisi fino a un attimo prima che si spezzi. Un gioco pericoloso che va avanti da 5 mesi sulla pelle degli italiani. È così che, di penultimatum in penultimatum, si continua a nascondere la realtà. Un Governo esausto e alla canna del gas litiga a morte, mentre l’Italia affonda in una crisi economica che si aggrava sempre di più ogni giorno che passa. I numeri sono noti: dal Pil all’export, dalla produzione industriale ai consumi, dagli investimenti all’occupazione non c’è un solo indicatore che non segnali come si continui a galleggiare pericolosamente tra stagnazione e recessione. E tutto questo - badate bene - accade mentre i tassi d’interesse sui Btp sono tenuti artificialmente bassi dalla Bce. È sparito improvvisamente il rischio sul nostro debito pubblico? No, più semplicemente è l’effetto della droga monetaria immessa sul mercato dalle banche centrali di tutto il mondo. Chi ha dei dubbi può dare un’occhiata al bond decennale greco, che quattro giorni fa rendeva addirittura meno dell’1%. Insomma, è come se ad Atene vigessero improvvisamente la piena occupazione e welfare per tutti. Una barzelletta. È solo l’ultimo segnale di quanto i mercati finanziari vivano in una folle e pericolosissima bolla ormai fuori controllo. I primi squilli di tromba del 2020 già annunciano tempesta. Il Governo dovrà rivedere tutte le previsioni contenute nella manovra approvata appena un mese fa, dove l’Esecutivo ha inserito un Pil in crescita dello 0,6%, il deficit al 2,2 e l’inflazione addirittura all’1,3%: numeri buoni per la propaganda, non certo per un bilancio serio. Ci sono 150 tavoli di crisi aziendali aperti, Air Italy è fallita praticamente dalla sera alla mattina (infliggendo un duro colpo al turismo in Sardegna), Alitalia continua a bruciare i soldi dei contribuenti, l’ex Ilva è ancora lungi dal conoscere una soluzione definitiva, Whirlpool a Napoli è una bomba sociale, la grande distribuzione sforna licenziati e cassintegrati a getto continuo e palazzo Chigi che fa? Si occupa di prescrizione, Salvini e nomine. I più raffinati, invece, s’interrogano sulla sorte delle sardine. Surreale. Intanto tutti sostengono la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici: peccato che per il 2020 siano stati ridotti di altri 862 milioni. In un tale contesto d’immiserimento progressivo della Nazione, tocca sorbirci il balletto di Renzi, Conte, Zingaretti e Bonafede che si contendono un pugno di voti. Tutto ciò accade perché le leggi ormai si fanno solo per le balle che i loro sostenitori raccontano. È stato così per il bonus 80 euro, che doveva rilanciare i consumi (rimasti invece fermi) ed è servito solo a bruciare decine di miliardi; è stato così per quota 100, prepensionamenti spacciati per una misura a sostegno dell’occupazione (ricordate i due assunti per ogni pensionato?); è stato così per il reddito di cittadinanza, che avrebbe dovuto “abolire la povertà”; così sarà anche per la prescrizione e la finta riforma del processo penale. Adesso tutti si chiedono come finirà, se il Governo reggerà e come riusciranno i nostri eroi a continuare sul filo di una crisi che non possono permettersi. La risposta è semplice: o si prescriverà il Governo o si prescriverà l’Italia.