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Presidente, ci consenta: ma che cacchio ha fatto?

Opinionista: 

Egregio Presidente Silvio Berlusconi, scusi i toni, scusi i modi e già che c’è scusi pure l’ardire. Ma Lei, che più di tutti ha incarnato il politicamente scorretto all’epoca in cui farlo equivaleva a bestemmiare in chiesa, sa che quando ce vò ce vò. Ci perdoni, ma siamo incazzati neri. Perché - diamine - quando abbiamo letto la notizia che aveva deciso di affidare la sua creatura politica, Forza Italia e ciò che resta del fu centrodestra, a Giovanni Toti affiancato dalla bella Mara Carfagna beh, ci siamo arrabbiati assai. Eh sì, Presidente. Perché vede, noi questa mossa gliel’avevamo suggerita due anni fa, ben prima del cataclisma del 4 marzo. Quando tutto era ancora in gioco. Quando Fi già traballava, ma era ancora saldamente il primo partito del centrodestra; quando la Lega era ancora al 10%; quando la Meloni ancora… Insomma, quando il centrodestra tutto sommato ancora esisteva ed era una seria e credibile alternativa di governo. Con una sua fisionomia e un suo programma comune; con un quadro valoriale nel quale tutti gli italiani non di sinistra potevano riconoscersi (a proposito, la saluta caldamente Pinuccio Tatarella buonanima, senza il quale noi qui non saremmo neanche a scriverle). Fatichiamo oggi a riconoscere quest’armata Brancaleone, con la Lega alleata della nuova sinistra M5S, lei ridotto al lumicino e la Meloni che romanamente si sbraccia, sperando che dal Carroccio del vincitore qualcuno si accorga di lei e la inviti a saltar su a far festa. Che un posticino in fondo alla tavola si trova per tutti. Scusi Presidente, ci lasci spiegare. Ci limiteremo solo a riportare quanto scrivemmo all’epoca: era il 15 luglio 2017 e se ne ha voglia trova tutto qui a fianco. Giusto per dire che non bariamo. Non ci fraintenda. Ovviamente non proponevamo mica di pensionarla, anzi. È stato Lei stesso a dire più volte di volersi ritagliare il ruolo di regista, suggeritore del centrodestra. Ecco, in quel pezzo le chiedevamo di fare esattamente quello. Ma il regista, se non ci sono attaccanti di peso lì davanti, la palla a chi la dà? Se la tiene troppo, poi gliela portano via. Ah, se ci avesse dato retta. Per carità, sappiamo benissimo che lei non ha colpe. Mica può seguire l’universo mondo. Però collaboratori, staff e uffici stampa esistono per questo: separare la lana dalla seta e portare all’attenzione di chi comanda solo le cose davvero importanti. E questa, Presidente, converrà che importante lo era assai. Lo dimostra proprio la sua scelta di oggi. Due anni dopo. Ma che fanno i suoi collaboratori? Leggono forse solo la stampa mainstream? Speriamo proprio di no. Speriamo per lei, sia chiaro. Ci perdoni Presidente, ma se le avessero aperto gli occhi per tempo probabilmente non saremmo giunti a questo punto. In braghe di tela. Il governo Conte non sarebbe mai nato, i Cinque Stelle li avrebbe assunti Lei a pulire quei cosi lì a Mediaset e Salvini dovrebbe ancora chiederle se - per favore - è possibile candidare il tal leghista in quel collegio blindato, così da garantire alla Lega una rappresentanza parlamentare un po’ più corposa. E Lei, con la proverbiale magnanimità che finanche il suo più feroce avversario le riconosce, sarebbe ancora lì ad acconsentire. Diciamola tutta: siamo incavolati. Perché dal Nazareno in poi Lei non ci ha più capito nulla. E neanche noi delle sue scelte politiche. Tutte le volte che l’abbiamo invitata a correggere la rotta, Lei ha fatto spallucce (dalla sbandata per Renzi alla legge elettorale l’elenco è lungo). La mossa di Toti e Carfagna aveva un senso all’epoca, quando significava un rilancio. Oggi sa un po’ di rancido. Ha tutta l’aria di una mossa disperata. Allora serviva a sparigliare e rilanciare. Oggi solo a salvare il salvabile e galleggiare. Ma all’elettorato di centrodestra galleggiare non interessa. Quel popolo vuol governare. È per questo che, in mancanza di alternative serie, piuttosto che l’irrilevanza preferisce gettarsi tra le braccia di Salvini. Che dire? Io speriamo che se la cavino Giovanni e Mara. Bravi son bravi (se non litigano), è il contesto che ci fa nutrire qualche dubbio. Noi, tuttavia, siamo inguaribili ottimisti. Quindi confidiamo che il tempo non sia ancora completamente scaduto e che Lei sia ormai politicamente rinsavito. La verità è che avevamo nostalgia di Silvio. Quello vero. E ora che (pare) lo abbiamo ritrovato, speriamo non scappi più via. E che non sia troppo tardi. Scusi ancora il dire e l’ardire, Presidente. Ma il parlar chiaro è fatto per gli amici. Grazie per la pazienza. E dica ai suoi di fare un po’ più d’attenzione. Cordialmente