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Quel gioco a scacchi che attende il Pd

Opinionista: 

Adesso che all’interno del Pd napoletano lo strappo è stato evitato, adesso che Bassolino ha rifiutato l’ipotesi di correre autonomamente con le sue liste, il centrosinistra continua, con grande difficoltà, a dialogare in vista delle prossime amministrative. I problemi sono ancora lì, sul tavolo, lontani da ogni soluzione. E il ramo d’ulivo offerto da Valeria Valente al suo competitor sembra essere stato rispedito, con freddezza, al mittente dallo stesso staff bassoliniano. In effetti, il passaggio politico appare sufficientemente chiaro. Dopo essersi visti respinti i suoi tre ricorsi, Bassolino si è fatto i conti in tasca e ha capito che, contrariamente a determinate attese, difficilmente sarebbe arrivato in solitudine al ballottaggio. Anzi, la sua presenza in campo avrebbe determinato l’inevitabile sconfitta della Valente e la conseguente responsabilità del naufragio. Ecco, quindi, che è ritornato a galla l’uomo di partito, quello che, nonostante tutto, non vuole rompere definitivamente, preparandosi, magari, a gestire la prevedibile sconfitta del Pd senza assumersene direttamente la responsabilità. Questo quello che appare alla luce dei numeri e dei primi sondaggi che vedono la candidatura della Valente in chiara difficoltà. Per Bassolino è stata sicuramente una scelta sofferta. Aveva investito, negli ultimi mesi, tutto il suo carisma, tutta la sua forza personale per vincere una sfida abbondantemente alla sua portata. L’allineamento della maggioranza del partito sulle posizioni della Valente lo ha privato della vittoria sul filo di lana, quasi una beffa. Anche perché molti dei suoi sponsor della prima ora, nel finale, gli hanno girato inaspettatamente la faccia. Ha prevalso, quindi, al momento, in Bassolino l’attesa, la tattica del gambero che arretra perché sa che quello non è il momento di colpire. Ha prevalso la voglia di restare all’interno del partito che ha contribuito a fondare, ha prevalso la logica del temporeggiatore in attesa che, anche a Roma, qualcosa possa cambiare. Ma appare oggettivamente difficile prevedere una campagna tambureggiante dell’ex - Governatore a favore della sua vecchia allieva, e l’ ipotesi di Bassolino capolista nel Pd appare, al momento, più offensiva che percorribile. Insomma, i nodi del Pd sono ancora tutti da sciogliere ed i sondaggi più avvertiti riferiscono, per ora, di una replica del ballotaggio finale di cinque anni fa, de Magistris contro Lettieri. Un replay più o meno analogo di quanto successo recentemente in Regione, col rinnovato scontro tra De Luca e Caldoro. A conferma di una politica che, dalle nostre parti, resta immobile nel tempo, pietrificata dalla sua eterna stagnazione.