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Regione, il fallimento spacciato per successo

Opinionista: 

Nel suo comunicato del 27 novembre, pubblicato sul sito istituzionale della Regione Campania, il presidente De Luca dà la notizia che per i “Fondi Europei”, in riferimento al Por 2014/20, la Regione “ha superato con un mese di anticipo il target di spesa” fissato come soglia minima al 31 dicembre 2020, nella programmazione dei Fesr. Aggiunge il Presidente che addirittura tale soglia sarebbe stata superata di ben 51 milioni, avendo realizzato una spesa certificata di ben un miliardo e 476 milioni. Il Comitato di Sorveglianza avrebbe addirittura espresso un compiacimento per questo scatto improvviso della Regione Campania che appena ad agosto sembrava avere serie difficoltà di raggiungere il target previsto dal Por. Non so se davvero ci siano stati gli apprezzamenti vantati, quello che invece emerge dai numeri dichiarati dallo stesso comunicato è ben altro. Basta, infatti, analizzare con un minimo di conoscenza delle regole comunitarie e delle prassi tipiche della programmazione dei fondi europei, ma anche con un minimo di capacità di esercizio di logica, per verificare che l’annualità 2020 si stava indirizzando verso un sicuro fallimento della capacità di spesa e di impegno dei fondi Por della gestione De Luca dal 2014 fino all’anno 2020. Ed infatti, nello stesso comunicato, dopo qualche rigo, si ammette che la detta cifra (1.476 milioni) è stata raggiunta grazie allo spostamento, autorizzato con decisione del 4/8/20, che approva la revisione Por richiesta il 16 luglio, di ben 432 milioni dalla programmazione precedentemente fissata nel Por approvato ed utilizzati per far fronte alla emergenza sociale scaturita dalla pandemia del Coronavirus. Facendo due calcoli semplici, si deduce facilmente che la Regione Campania ad oggi, senza questa rocambolesca operazione, sarebbe sotto il Target di ben 381 milioni (432-51), che naturalmente sarebbero a rischio di restituzione a Bruxelles. Quindi un fallimento totale presentato come successo. Certo una grande operazione, apprezzabile sotto il profilo sociale, perché ha distribuito ad imprese e famiglie contributi che, certamente, hanno fatto comodo, ed erano necessari in un momento di grave crisi economica indotta dal lockdown dovuto alla pandemia. Va pure detto però che gran parte di questi sussidi si sono trasformati in mancette politiche che hanno contribuito non poco all’acquisizione di consenso elettorale. Il fatto che l’utilizzo di questi 432 milioni di euro sia servito comunque a lenire in qualche modo le difficoltà e la grave crisi occupazionale ed economica sia delle imprese che delle famiglie, nulla toglie alla constatazione del grave ritardo che la Regione ha accumulato e del fatto che comunque questi fondi sono stati sottratti agli investimenti cui erano destinati per creare infrastrutture e lavoro. In definitiva il fatto di non essere riusciti a realizzare opere, cantieri, progetti che avrebbero dovuto realizzare infrastrutture, avviare nuove imprese, o rafforzare attività produttive, ha determinato la involontaria costituzione di un enorme fondo, che è stato utilizzato per fronteggiare la detta crisi economica. Bene per chi ha potuto usufruirne, ma addirittura vantarsi di aver saputo sfruttare per spesa corrente quello che era destinato a costruire sviluppo e futuro sembra davvero una beffa. 

*Ex Presidente Tavolo Partenariato Fondi Europei