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Se lo Stato non protegge chi denuncia i camorristi

Opinionista: 

Ecco cosa “non potrebbe, per dannata ipotesi, succedere”, ma quello che drammaticamente succede. Il coraggioso imprenditore Ciro Moccia denuncia il racket e viene gambizzato. «Ora sono terrorizzato», dice. «Ho rispettato la legge, ma temo fortemente per me e per i miei familiari». Non è scattata la “rete protettiva” e gli estorsori vanno tranquillamente in giro a piede libero. A che serve che prima Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione, e poi il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone si lamentino delle poche denunce fatte dai cittadini? Se lo Stato non organizza una efficiente azione di contrasto, non c’è il rischio che diventi, sia pure inavvertitamente, il migliore alleato di quell’antistato sempre più pervasivo? Gentile Prefetto, lei dice: «Alzeremo il livello di attenzione per Natale». Ma crede proprio che sia sufficiente? E tutti gli altri giorni dell’anno? *** La Città-Presepe. Parroci in prima linea con cortei, sit in e fiaccolate. Si propone che le scuole restino aperte tutti i giorni e per tutto il giorno. Si lanciano appelli alle autorità e alle istituzioni. Ma qui torna di grande attualità la famosa espressione di Eduardo riferita a Napoli: “Il Presepe è bello, sono i pastori che non funzionano”. Il riferimento andrebbe, oggi, a quei pezzi dello Stato che si muovono super blindati, con scorte in quantità a difesa delle proprie persone. *** Politica buona e mala. A Sant’Agata dei Goti Pier Ferdinando Casini (già presidente della Camera e ora responsabile della Commissione Esteri del Senato) partecipa al “piccolo festival della politica” e afferma che c’è un disperato bisogno di onesti e capaci amministratori. Mentre parla arriva la notizia della “parentopoli” regionale: il via libera all’assunzione di zii e nipoti. Per fortuna la presidente del Consiglio Rosa D’Amelio ha posto subito l’alt. Ma il “vizietto” non è ancora del tutto eliminato. C’è chi assume il fidanzato nel proprio staff e chi chiede un posto-auto nel parcheggio dei consiglieri, non per sé ma per un altro (che male c’è a fare un po’ di clientelismo anche così?). *** Delucheide. Ma il Presidente della Regione non si lascia “chiacchierare” un po’ troppo? È sotto processo in Appello per la vicenda del termo-valorizzatore che, a pensarci bene, è diventato per lui un de-valorizzatore riportandone una condanna in primo grado (da qui la qualifica di “impresentabile” alle elezioni). Per questo Appello, c’è la questione del magistrato che non dovrebbe far parte del Collegio (davvero uno scambio di favori con qualche suo familiare?). Sempre aperto è il caso della magistrata che però giura di non saperne niente del prestigioso incarico nella Sanità richiesto da suo marito “separato in casa”. Per la legge Severino c’è la Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi. E qui una ostentazione di tranquillità. «Non credo -dice De Luca - che mi lasceranno a riposo a spese dello Stato». Dulcis in fundo (o venenum in cauda?) arriva il figlio con l’incarico al vertice della Provincia di Salerno. Non diceva Mussolini: “Si sparli di me purché se ne parli?”. *** Demagistreide.Dopo gli industriali (Antonio D’Amato, Costantino Jannotti Pecci, Ambrogio Prezioso) anche Susanna Camusso, leader della Cgil, perde la pazienza su Bagnoli. Al sindaco dice che è inutile sbattere la porta e andarsene via infastidito quando si parla dello sviluppo di Napoli, perché il tempo è scaduto da tempo e finalmente è giunta l’ora del fare.