Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Test universitari negli Usa? Meglio dichiararsi “fluid”

Opinionista: 

Qui non vi annoierò parlando di Ucraina, né di Putin, né di gas, né di bollette. Proverò a parlarvi di noi, di questa nostra società che ha abbracciato strani percorsi, magari originali ma alquanto incomprensibili per i non più giovanissimi. E noi, che siamo i non più giovanissimi, con l'unica necessità di vedere i nostri ragazzi inseriti nel mondo del lavoro, ci chiediamo perplessi se forse non abbiamo perso qualche pasaggio nell'evoluzione della specie umana, distratti com'eravamo dal covid e dalla lotta scudetto. Succede che qualche sera fa, in una trasmissione Mediaset, interviene anche Federico Rampini, giornalista di sinistra di grande spessore culturale, americano di adozione da una ventina dìi anni, capigliatura da scienziato folle e allegre bretelle colorate. Dunque Rampini, domiciliato a New York che è l'ombelico del mondo, ad un certo punto racconta che negli States avviene da un po' di tempo un singolare fenomeno tra i giovani in procinto di iscriversi all'università: al momento di elaborare il test di ingresso, a qualsivoglia facoltà, viene posta loro una domanda relativa al genere sessuale di appartenenza. E un Rampini sorpreso, e noi con lui, rivela un dato costante emerso da questi questionari: i ragazzi e le ragazze non scrivono, come sarebbbe normale aspettarsi, maschio oppure femmina. No, la sorprendente scoperta è che i ragazzi scrivono, in buona percentuale,l'acronimo NB, che sta per not binary. Ora, sappiamo che binaria è la divisione in cui è stata divisa l'umanità fino a qualche anno fa: sei uomo, oppure sei donna. Però il ventaglio delle offerte si è ampliato e non ci si limita più a queste due grandi sottospecie. Adesso si può essere transgender, anzi il termine in voga è "fluid". Fluid è chi decide di rompere gli schemi precostituiti e anacronistici e dichiara di essere fluido, cioè non binario. Cioè aperto a qualsiasi prospettiva e percorso di carattere sessuale. Attenzione, però: la notizia è che non fa scalpore essere fluidi e not binary. Rampini nota infatti che i ragazzi al momento del test scrivono NB per un motivo ben preciso: poter avere maggiori possibilità di accesso nelle prestigiose e esclusive università americane. Insomma, se ti dichiari transgender è probabile che nessuna università ti rifiuta, per certi strani meccanismi di politically correct che sono ormai sotto gli occhi di tutti, anche quelli come noi che si sono distratti con l'epidemia e con il Napoli che non riesce a superare la sindrome del terzo posto in classifica. E per gli etero, uomini o donne che siano, che dichiarano di essere binari? È più dura, dice Rampini, e una mancata accettazione da parte del Consiglio della Facoltà prescelta non obbliga l'ateneo a fornire tante spiegazioni. In soldoni: se mio figlio è in gamba ma non è fluido, ad Harvard difficilmente riuscirà ad entrare. Se invece avesse intrapreso un percorso non binario la faccenda cambierebbe e il percorso non sarebbe in salita. Come Rampini, anche noi siamo un po' perplessi. Ci siamo perso qualche passaggio.