Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Tra israeliani e iraniani chi sono i veri nazisti?

Opinionista: 

Gli ultimi eventi nell’area medio orientale sono ben noti a tutti e, come ha dichiarato il Segretario dell’Onu, siamo sull’orlo del baratro. Tutti conclamano la necessità di una de escalation e, a parole, fanno dichiarazioni di pace. Pur non essendo un politologo, sono convinto che un processo transattivo debba necessariamente partire dai fatti oggettivi e considerare che qualsiasi regola venga adottata deve essere valida per tutti. Cominciamo da un principio che credo sia sacrosanto e condiviso da tutti. Il principio di autodifesa. Tutti giustamente riconoscono ad Israele il diritto di autodifesa a condizione che la risposta sia commisurata all’offesa ricevuta. Questo principio deve però essere valido per tutti e credo che, su questo, ci sia l’accordo di tutti. Dappertutto e, in particolare, in un’area delicata come il Medio Oriente, non rispondere ad un’offesa ricevuta viene interpretato come un segno di debolezza correndo il rischio di innescare derive pericolosamente crescenti. All’attacco dello scorso mese di ottobre (in cui si sono avuti un centinaio di morti e circa duecento ostaggi) con danni contenuti alle infrastrutture, Israele ha reagito provocando oltre 30mila morti, oltre un milione di profughi radendo al suolo intere città incluso ospedali e strutture di ricovero per i civili sfollati senza contare le vittime tra i soccorritori. Questa reazione, decisamente non commisurata all’offesa ricevuta, ha già di per sé innescato le ben note reazioni nell’area del Mar Rosso. Una domanda: cosa sarebbe successo se i numeri sopra riportati fossero stati a parti invertite? Successivamente, Israele, senza alcuna offesa ad essa riconducibile, ha attaccato una sede diplomatica iraniana provocando alcuni morti tra militari e civili. A parte il sacro diritto di inviolabilità delle sedi diplomatiche (mai infranto neanche dai tanto citati nazisti) il fatto ha provocato la reazione iraniana. Questa è consistita in una pioggia di droni e missili sul territorio israeliano che hanno provocato pochissimi danni e solo due vittime. Tutti si sono affrettati a considerare questo risultato come una vittoria dei sistemi difensivi israeliani ma nessuno ha forse fatto un’attenta valutazione dell’episodio. A me sembra naturale pensare anche che gli iraniani fossero perfettamente a conoscenza delle capacità difensive israeliane e che la loro è stata una scelta ponderata per dimostrare la propria forza senza volutamente creare né danni né vittime. Se si tiene in conto anche questo punto di vista, forse il fatto nel suo insieme presenta una diversa globalità e offre spunti per reali considerazioni pacifiste come sta emergendo anche da alcune recenti dichiarazioni rilasciate in questi giorni. Infine, è opportuno ricordare correttamente quanto dichiarato dai delegati iraniano e israeliano durante il Consiglio di Sicurezza Straordinario dell’Onu. Il delegato iraniano ha sottolineato che l’attacco perpetrato è stata una risposta all’attacco israeliano e che, per loro, l’incidente può considerarsi chiuso nel suo insieme. Il delegato israeliano, senza mai citare l’attacco alla sede diplomatica, ha definito gli iraniani nazisti per il loro modo di agire. A valle dei numeri e dei fatti riportati sopra riportati viene naturale chiedersi chi siano i nazisti in questo caso.