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Trovare una ragione per la Regione Campania

Opinionista: 

Omologazione pasticciata e avvilente. Pochissimi, fra i novecento candidati regionali (chi a presidente, chi a consigliere o ad assessore) sfuggono all’immagine eduardiana di Sik-Sik l’artefice magico. Si sentono fastidiosamente le stesse cose, le stesse mirabolanti e acrobatiche promesse. Sembra che milleottocento mani abbiano scritto lo stesso programma (lavoro, giovani, sanità, rifiuti, trasporti, vivibilità e via enumerando, tanto non costa niente e le facce di bronzo non arrossiscono mai!). Quindi programma “pirandelliano” di uno, di nessuno, di centomila, ma soprattutto di nessuno. E la ragione vera perché debba continuare ad esistere la Regione in Campania non viene mai fuori. Ma intanto le multinazionali salutano e vanno via. Sul terreno della (una volta) Campania felix restano inesorabilmente i dolorosi “esuberi” dell’americana Whirpool e del gruppo francese Auchan. *** Se il buon giorno si vede dalle liste. Nulla di buono in vista. Tra le regioni al voto, la Campania è sicuramente quella che fa più scandalo. Colpa però dei detersivi: non si è trovata una specie di Omo capace di lavarle come si doveva. Di codice morale ed etico manco a parlarne. Roberto Saviano dà l’affondo: al giornale “Huffington Post” dice che Gomorra sostiene De Luca e che i Casalesi sono più presenti che mai. Raffaele Cantone, presidente dell’Antimafia, consiglia a sua volta (ma non è troppo a posteriori?) di tenere fuori i condannati in primo grado. Vincono invece i trasformismi, gli spudorati cambi di casacca, i candidati- Arlecchino. Il 31 maggio sarà un carnevale? *** Manifesti selvaggi. Tabelloni comunali imbrattatti e a nessuno basta lo spazio che gli è riservato. Si fanno un po’ di conti: le immagini “mini” hanno costi più contenuti, le “maxi” dei megafaccioni colorati vanno su cifre a due o tre zeri l’una. Il verbo più usato?: affiggere, defiggere, affliggere. Chi? I poveri elettori che, vedendo certi ceffi, inorridiscono semplicemente. E se decidessimo di votare chi non affigge, non defigge e non affligge? *** Sgarbi sgarbati. Dopo l’accordo dei due “De” (lo sceriffo di Salerno e il sindaco di Nusco), Caldoro ironizza: alle vecchie bande preferisco quella larga (delle frequenze televisive). De Luca, che di tv ne ha una a propria disposizione, risponde: è tutta invidia. Sui fondi europei De Luca va all’attacco: sei stato bocciato da Bruxelles. Replica risentita: stai mentendo, i miei conti sono a posto e i programmi di spesa da tempo pronti. Sull’ordine pubblico Caldoro non gliela fa buona: a Salerno si uccide, la sicurezza è una grave emergenza. Lo sceriffo piccato: sei uno sciacallo, speculi sui morti (ma qui si ferma perché, purtroppo, i morti ci sono). *** È tutto un teatrino. Quello della politica è una brutta imitazione, quello del Mercadante è invece una sconcertante verità. Si è fatto tanto perché il Mercadante acquisisse il prestigioso status di teatro nazionale con relativo contributo finanziario. Il “demagistrato” sindaco di Napoli sta facendo invece di tutto per far saltare ogni progetto di rilancio. I due nuovi rappresentanti del Comune - l’avvocato Domenico Ciruzzi e l’attore Patrizio Rispo - come si raccapezzeranno di fronte a questo “teatro dell’assurdo?”. *** Pompei o niente o troppo. Singolare vicenda quella degli Scavi: quando erano poco frequentati sembrava una maledizione. Ora lo è perché ci sono troppi visitatori. Il soprintendente Massimo Osanna non se la sente di intonare, a dispetto del suo cognome: “osanna,osanna nell’alto dei cieli” e invoca un drastico dimezzamento dei quotidiani visitatori.