Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Un libro partenopeo tra sangue e santità

Opinionista: 

I napoletani a Roma, quando si riuniscono, danno sempre la sensazione di sedute intime, carbonare, strettamente riservate. Succede spesso così, ogni volta che si presenta un libro che ridisegna e ripercorre i sentieri di un’ antica Capitale. Ma poi, prorompente, emerge Napoli, l’ incantevole sirena, quella che Francesco Palmieri, giornalista di lungo corso, descrive nelle sue pagine tra l’ orrore e la bellezza, tra la santità e il sangue, tra l’ incenso e la polvere da sparo. Un altro, straordinario itinerario che ci prende per mano e ci accompagna, tra i secoli, nel culto e nella magia dei suoi prodigi. Pensavo di conoscere praticamente tutto della mia città. Sbagliavo. Le spoglie ed il sangue di San Gennaro, ad esempio, meriterebbero l’ approfondimento critico di centinaia di pagine. La loro storia è un romanzo intenso, entusiasmante, dove scienza, mito e credo incrociano le lame nei secoli. Dove molti chimici e negromanti provano a riprodurre il miracolo, sempre senza successo. Già nel 1893, dopo un inutile tentativo svolto con ammoniaca, soda e tintura di curcuma, il chimico Punzo scrive su “ Libertà Cattolica “ : “ La scienza non ha saputo risolvere il misterioso problema “. Ci provò, nel tempo anche Raimondo De Sangro, il grande alchimista, Principe di Sansevero. Dovette semplicemente riconoscere il prodigio della liquefazione. Sulle ossa del patrono, poi si è indagato anche recentemente. Il direttore dell’ Istituto di Anatomia Umana della Federico II di Napoli, Gastone Lambertini fu incaricato, nel 1964, di un primo esame scientifico. Reliquie sante e miracolose. Descritte come quelle di un maschio dall’ apparente età di trenta, trentacinque anni, di altezza intorno al metro e 65. Pochi anni dopo, arrivai anch’io nella facoltà di Medicina della Federico II. Lambertini frequentava ancora l’ Istituto di Anatomia Umana, centro motore dei primi due anni di studi. Il Direttore era ancora circondato da un’aura pressoché magica. Era il più grande anatomico d’ Italia ma era addirittura colui che aveva svolto le indagini scientifiche sul nostro Patrono, toccando addirittura con le sue mani le spoglie del Santo. Ai confini tra la fede e la scienza. Per noi studenti, qualcosa di incredibile, di magico, un autentico mito. Ma nel libro di Francesco Palmieri su “ L’ Incantevole Sirena “ altre meravigliose pagine, dove specchiarsi e ritrovarsi. Non voglio, però, annullare il gusto della scoperta. Cito, a caso, uno dei tanti aneddoti, assolutamente interessanti. A metà Novecento, le bevitrici di sangue napoletane si fronteggiavano, dalle sette e mezza di mattina al macello di Poggioreale. Erano ragazze anemiche, di origini modeste, che non potevano permettersi una bistecca e recuperavano globuli rossi col sangue delle mucche uccise. Il sangue, un elemento oscuro e ribollente che ha sempre dominato la città, le sue storie, i suoi umori, le sue profezie. Venerato perfino nel dominio dell’ occulto.