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Un web senza regole per eroi senza onore

Opinionista: 

Bravi! Ne avete ammazzata un’altra? Questo dovrebbe essere il “post virale” da mandare sul web: questa terra di nessuno disumana, scavata dalle buche devastanti di un “bombardamento” mediatico senza onore e senza senso, nelle quali le vittime tentano inutilmente di ripararsi, sperando di sfuggirne la persecuzione, troppo spesso scatenata da un insospettabile fuoco amico, o peggio, da una superficialità che ci fa sottovalutare quale pericolo si nasconda dietro una stupidata, un’esposizione inopportuna dei nostri momenti più intimi, un uso senza educazione e cultura di questo mezzo mediatico che ha appiattito il globo e le nostre menti. Quello che doveva diventare uno straordinario incunabolo in perenne evoluzione per quantità, qualità e immediatezza informatica, e come tale, essere maneggiato con cura e dedizione, è ormai un mostro tentacolare, “Kronos” divoratore che irretisce senza scampo chiunque non abbia sostanza di carattere, o adolescenti abbandonati da genitori negligenti, donne e uomini intrigati da una pagina bianca in cui narrare le proprie insicurezze o deviazioni, ignari che poi non potrà essere cestinata con la stessa facilità di un pezzo di carta. Allora, aboliamo il web? Chiudiamo tutto, togliamo quest’arma impropria dalle mani di chi non è capace? Potrebbe essere un'idea. Magari come quella di smettere di condurre ricerche per scoprire un superantibiotico, o di non seguire più alcuno schema farmacoterapeutico negli ammalati di tumore, tanto si muore lo stesso. O quella di non mandare più i nostri figli a scuola, in quelle poche dove s'impara a studiare e comportarsi civilmente, tanto il futuro è disoccupazione, arruolamento nella delinquenza e il successo è per i soliti raccomandati. Potremmo continuare all’infinito, perché la verità è una: il web è lo specchio fedele della nostra società senza regole, o governata da “artifizi di regole” che ognuno pretende di far rispettare per proprio tornaconto, di una società nella quale bolliamo come “sterile nozionismo” la conoscenza, la grammatica o il latino, tanto a chi importa se Pinochet sia stato dittatore del Cile o del Venezuela, e che ci frega se il “congiuntivo” non è una patologia dell'occhio ma un modo verbale. Nel contempo, seminiamo il culto della bellezza senza tempo, di un corpo unguentato nelle pose più idiote, fra glutei sodi, bicipiti gonfiati, sessismo sbattuto nella videocamera senza pudore, nell'attesa spasmodica dei “like”, e mentre pervertiti si nascondono insidiosi in rete, giovani madri o padri esaltati abbandonano figli non voluti e rincorrono la notorietà e la vanità di YouTube, convinti di sfondare la soglia mediatica, come pubblicizzato da “libri fai da te”, “editori di te stesso”, “vendi da solo il tuo libro”... o vendi te stesso. È una società da ricostruire sin dalla gestazione, da quella base che ancora oggi si dimostra inalienabile anche se perfettibile di molto, l'istruzione, l’educazione e la comprensione del concetto di diritto di libertà congiunta al dovere del rispetto verso gli altri, dove la legge del branco non può attecchire o surrogare la formazione della personalità d’ogni individuo, con regole barbare e volgarità gratuite, per compiacere il capobranco ignorante ma “influencer”. È questo il problema. Abbiamo troppi opinionmakers, salottisti, “influencers” che parlano a sproposito, evanescenti e mediocri, scrivono libri e manuali su argomenti che ignorano, e sfoggiano “outing” di qualsiasi genere, aprendo l’uditorio a stupide gestualità: una razza aliena di “visitors” che ha invaso il nostro quotidiano a tutti i livelli. E allora, absit iniura verbis - per i patiti del web: senza offesa - è normale farsi filmare da amici mentre si fa sesso? Diffondere in rete video e foto di tue amiche o amici, mentre vengono stuprate o violentati nei gabinetti pubblici o scolastici, e riderne senza ritegno? Ma sono tutti bravi ragazzi! Sono eroi senza onore e con un’immensa solitudine interiore, e alla fine resta un tragico nodo di un foulard di seta e l'inutile condanna di queste iene lasciate indisturbate a razziare nella savana del web.