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Una politica così disèduca il Paese

Opinionista: 

Il “varo” è stato tratto. Il Conte bis e il suo equipaggio sono scesi in mare. Troveranno petrarchesche “chiare, fresche, dolci acque” o marosi procellosi e torbidi? Appena un po’ al largo, si faranno i conti. Ma molto dipende da quanto saranno riusciti a lasciarsi alle spalle. Perchè la formazione del nuovo Governo è un peso così zavorrante, per le situazioni che si sono create, che non sarà facile scrollarselo di dosso. Un carico fatto di spartizione ministeriale fra Partito, Movimento e al loro interno (altro che manuale Cencelli della prima Repubblica!), affamata conquista di potere, preventiva e spasmodica “appropriazione” di miliardi (altro che “assalto alla diligenza!”). *** DIFFERENZA IGNORATA. C’è un momento in cui sembra che la fatica del premier incaricato stia andando a mare con tutti panni (non solo simbolicamente). Luigi Di Maio si impunta e pretende un Ministero di peso e il vice premierato. A sua volta il Pd zingarettiano (non ama le stelle croniniane che “stanno a guardare”, ma tiene gli occhi ben fissi sulle stelle grilline) chiede che il vice premier sia uno solo (altrimenti la discontinuità va a farsi benedire) e fa il nome di Franceschini. L’uscita dal tunnel si allontana dalla vista. Allora l’ex ministro dei Beni culturali, tra i più spinti sostenitori dell’abbraccio rossogiallo, si dice pronto a un “gesto di generosità”: la rinuncia a vice premier. Dov’è il punto critico? Franceschini non parla di “gesto di responsabilità” per non bloccare la trattativa. Ma di “generosità” che vale solo quando uno cede a un altro, generosamente, qualcosa che è di sua esclusiva proprietà. Appunto: il male endemico della politica per cui un ministro diventa “proprietario” di quello che appartiene solo allo Stato, com’è un Ministero. *** L’ANSIA DEI SOLDI. Il deficit pubblico, o sovrano, balzato a 2.400 miliardi, una quantità gigantesca. Il neo Governo chiede uno sforamento superiore al 2,4. Per “finanziare la crescita”, fa sapere, ha bisogno almeno di 12 miliardi di flessibilità (ci si indebita per un obiettivo che è un grosso punto interrogativo). Prima ancora di aver giurato nelle mani del presidente Mattarella e aver ottenuto la fiducia delle Camere, alcuni ministri lanciano ultimatum riguardo alla spartizione del presunto, futuribile “tesoretto”. Lorenzo Fioramonti (Istruzione, docente all’Università di Pretoria in Sud Africa): o mi date 3 miliardi oppure ho già in tasca la lettera di dimissioni. Così Roberto Speranza per la Sanità che di miliardi ne vuole 4, e Sergio Costa (Ambiente) che non è da meno. Conte tira dritto: non sa come trovare i 23 miliardi per bloccare l’Iva. Sembra che si metteranno le mani nelle tasche degli Italiani aumentando i prelievi sulle banche, rincarando i biglietti aerei o con tanti piccoli balzelli a cominciare dalle merendine (non diceva Totò, grande economista, che è la somma che fa il totale?). *** INTRIGO E STUPORE ALLA FARNESINA. La grossa “gatta da pelare” è la spy story che viene da Napoli dopo l’arresto, all’aeroporto di Capodichino, del manager russo Korshunov accusato di spionaggio. In carcere a Poggioreale, l’America ne chiede l’estradizione. Pensiamo al capo grillino in mezzo alle due super potenze mondiali. Ne sarà all’altezza? Nel suo curriculum “estero” finora solo prove di divertente superficialità (o pura ignoranza, secondo i casi). A Shanghai accorcia in Ping il presidente cinese che si chiama Xi Kin Ping. Il dittatore del Cile Pinochet viene “spostato” in Venezuela. La Russia diventa paese del Mediterraneo, Matera è in Puglia. In Francia solidarizza coi gilet gialli tanto che viene richiamato a Parigi l’ambasciatore a Roma: lui pensa, astutamente, di riconciliarsi con Macron esaltando la “millenaria” tradizione democratica della Francia (solo uno storico consumato poteva retrodatare tanto il 1789!). *** EUROPA IN ALLARME. La Farnesina ministero di peso per un politico “leggero”. Sembra che così si siano espressi gli ambienti internazionali. Angela Merkel si sarebbe addirittura detta molto preoccupata, con il presidente Mattarella, per la sostituzione di Enzo Moavero Milanesi. Nel Pd, invece, manifesta una “candida fiducia” Piero Fassino, ex ministro del Commercio con l’estero e “alto rappresentante” dell’Unione europea per la politica estera e la sicurezza: ”Con noi accanto -afferma con convinzione non si sa se reale o strumentale- i penta stellati possono acquisire cultura di governo”. Si pensa, forse, a scuole serali per un veloce recupero formativo? Fuori dal politichese “parlato e realizzato”, il personaggio Di Maio (oggetto di studio “sanitario” anche per aver parlato di “una lobby dei malati di cancro” e sostenuto che il corpo umano è fatto al 90 per cento di acqua), induce molti a pensare a Freud: l’instabilità come psicopatologia della vita quotidiana, la dislessia e i lapsus linguae come disturbi del neuro sviluppo. *** I SOTTOSEGRETARI. Entrano anche loro nella corrida per la sopravvivenza. Beppe Grillo aveva tentato di valorizzarli. Proponeva che ai Ministeri andassero solo dei tecnici, ai Sottosegretariati invece i politici. Ma la legge del “politicamente scorretto” non perdona. Nella spartizione i 44 Sottoministri vanno 24 ai 5Stelle,18 ai Dem,2 a Liberi e uguali. Probabili due distinte deleghe: a uno la Comunicazione, a un altro l’Editoria. Che intendano praticare il romano “dìvide et ìmpera?