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Verità, post-verità e bugie dei democratici

Opinionista: 

Le prime pagine dei quotidiani narrano la guerra per la sopravvivenza fra Renzi e i suoi oppositori nel Pd. Noi, come quasi tutti gli italiani, preoccupati per la propria sopravvivenza come popolo, famiglia e singoli individui, non siamo granché interessati, forse perché incapaci di realizzare un’opera come la Batracomiomachia, che un tempo strappava il riso agli studenti d’indirizzo classico. Il problema, come al solito, è l’informaziome. Leggevo ieri mattina, con interesse, un articolo nel quale si sosteneva che “la democrazia è minacciata dalla facilità con cui la disinformazione è tollerata, si diffonde e fiorisce”. La gente, detta in termini moderni, crede in misura sempre maggiore alle “post-verità”: notizie verosimili, immuni dalle forme di controllo tradizionali che facevano in precedenza da arbitri nello spazio pubblico. La preoccupazione, al solito, è stata esternata inizialmente dal New Yiork Times e nasce, ovviamente, dalla diffusione del “populismo”. Ho riso. Ricordavo, infatti, l’indignazione dei “democratici” per le famigerate “veline” del ventennio (che, lo dico per i più giovani, non erano ragazze svestite che si sforzano di imitare le ballerine, ma circolari governative indirizzate agli organi di stampa per suggerire o sconsigliare la pubblicazione di determinate notizie). Indignazione d’altri tempi: oggi le veline non avrebbero senso, perché oggi i media di regime non hanno alcuna autonomia rispetto ai governanti “democratici” e ai loro mandanti e non hanno, quindi, alcun bisogno di suggerimenti per sapere cosa sia o non sia politicamente corretto. Già, il politically correct: la neolingua descritta da George Orwell nel realistico incubo di “1984”. Orwell aveva in mente, quando scrisse quel libro, lo stalinismo che aveva conosciuto recandosi in Russia perché segretario del partito comunista inglese; lo conobbe e abbandonò il comunismo, perché non voleva essere un maiale più uguale degli altri. Aveva ragione: tutti i comunisti del mondo hanno sempre creduto che il popolo non conoscesse il proprio interesse e non avesse una volontà propria, se non dopo che il partito avesse insegnato alla gente quali fossero l’interesse e la volontà popolare. D’altra parte, un sistema che modifica la Storia di anno in anno, a ogni nuova edizione dell’Enciclopedia Sovietica, non può sapere cosa è la Verita e non può, quindi, esserne depositario. Orwell, però, se vivesse oggi, si sarebbe accorto che il “socing” è una caratteristica di qualunque Stato, soprattutto di quelli che amano definirsi democratici. La neolingua non può trasmettere la verità, perché è stata creata per nasconderla. I “veri democratici”, tuttavia, non avrebbero bisogno di alcuno strumento sofisticato, poiché sono capacissimi di mentire in qualsiasi lingua. Avete sentito mai Renzi o qualche altro esponente piddì affermare con sfacciata sicumera che hanno abbassato le tasse? Avete mai sentito gli stessi parlare dell’immigrazione selvaggia come se fosse qualcosa di diverso da un’invasione pianificata? Li avete mai sentiti parlare della” ripresa economica”, mentre i dati ufficiali attestano che nessuno stato europeo ha un tasso di sviluppo inferiore o uguale allo 0,9 accreditato all’Italia? Ho riso e non riuscivo a smettere. I “democratici” che criticavano le veline ed esaltavano la libertà di espressione oggi vogliono imporci una censura simile a quella staliniana. La Boldrini la teorizza, ma non è la sola a voler estendere a tutto ciò che il potere non gradisce i divieti imposti per il “revisionismo” e la “islamofobia”. La reazione di quelli che furono i libertari (con la Boldrini, al solito, in prima fila) alla “patata bollente” che Feltri ha “intitolato” alla Raggi è emblematica. Sessismo, una nuova ingiuria di quelli che propugnano il gender e le ridicolissime “quote rosa”. Altro che post-verità! Altro che falsa propaganda dei movimenti populisti! Essi hanno paura di quei movimenti, perché temono di essere cacciati a calci come meriterebbero. Odiano Trump perché non è uno di loro e, orrore! sta provando a fare quello che ha promesso in campagna elettorale. Questo non è democratico; democratico è manifestare ad oltranza, prendendo la paghetta di Soros, contro un governo eletto dal popolo e, quindi, non democratico. Vedete? Scherzi della neolingua: democrazia è parola che viene dal greco e significa governo del popolo, ma nel “socing” indica invece un sistema di sovversione e di corruttela che Platone, Senofonte e Aristofane descrissero già duemilacinquecento anni fa. Era appena crollata la dittatura espansionista di Pericle, che nelle scuole viene esaltata come il perfetto modello di democrazia!