«Non possiamo neanche attribuire a chi è nato in quel territorio la responsabilità di essere nato». Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine di un evento a Città della Scienza, ha risposto indirettamente al ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, che ha parlato della consapevolezza dei cittadini che vivere nell'area dei Campi Flegrei comportasse il rischio bradisismo.

«Sappiamo che è un territorio difficile, ma qual è l'alternativa? Evacuare tutta l'area interessata dal Vesuvio e dai Campi Flegrei? Manteniamo una posizione di grande equilibrio e misura, è chiaro e ragionevole che dobbiamo evitare di sovraccaricare di nuovi insediamenti abitativi, ma intanto cominciamo a garantire la sicurezza per quanto possibile degli abitanti. Sicurezza significa centri di accoglienza attrezzati, quindi dobbiamo dare una mano ai Comuni dal punto di vista finanziario oltre che tecnico per avere luoghi nei quali accogliere i cittadini in caso di evacuazione; poi ovviamente dobbiamo fare investimenti per le vie di fuga» ha continuato.

«Sono temi complessi che richiedono la collaborazione di tutti, ma soprattutto richiedono tempi di decisione immediati. In queste condizioni per quel che mi riguarda, anche perdere 24 ore è un atto di totale irresponsabilità», ha aggiunto De Luca, evidenziando anche come incida sui lavori di potenziamento della rete viaria dei Campi Flegrei anche «il ritardo grave che abbiamo nella stipula dell'accordo di coesione con il ministro Fitto. Da mesi stiamo sollecitando la stipula dell'accordo di Coesione. Mi auguro che almeno di fronte all'emergenza stringiamo i tempi e firmiamo questo benedetto accordo di coesione ad horas».

E Musumeci è tornato sul caso Campi Flegrei durante un'intervista a SkyTg24. «Per chi volesse andar via, delocalizzare, stiamo esaminando la possibilità di sostenere questa scelta sofferta, perché si rompe un vincolo identitario. Sono scelte che vanno rispettate, ieri a Palazzo Chigi si è posto il tema e si pensa alle coperture economiche: mettere in condizione cittadini di comprare nuovo alloggio è opzione responsabile».

Il ministro ha poi aggiunto: «Per chi vuole restare a vivere in area a rischio, lo stato interverrà, anche se non si chiamerà sisma bonus, non importa che il gatto sia bianco o nero ma che prenda i topi. È difficile che le strutture a rischio diventino antisismiche al 100%, ma si possono adeguare, si può mitigare il rischio. C'è stata condotta irresponsabile nel passato, gli alloggi popolari sono realizzati da ente pubblico, c'è stata scelta irresponsabile di costruire abitazioni accanto al cratere».

Musumeci ha dato qualche dato: «Abbiamo fatto la ricognizione degli immobili vulnerabili, sono 4000, di cui 1250 in zona a rischio elevato, gli altri in area a medio rischio. La zona rossa era da 80 mila abitanti, ma l'abbiamo ristretta ad area 35 mila abitanti per rischio bradisismico, è una zona densamente abitata, dove non si doveva costruire, si è costruito. In quest'area convivono il rischio sismico, bradisismico e vulcanico», ha concluso il ministro.