«Attorno alla composizione delle liste si annida un sistema di potere e di trasformismo figlio della somma di interessi personalistici di cui sono intrise queste mega coalizioni e che in alcun modo coincidono con gli interessi dei napoletani»: lo dice in una nota dichiara Alessandra Clemente, candidata sindaco di Napoli.

«Sono settimane - aggiunge Clemente - che stiamo assistendo a uno spettacolo indecente: matrimoni tra partiti, movimenti e gruppi da sempre avversari, candidati che bussano alla porta di tutti gli schieramenti in campo pur di garantirsi la possibilità ritenuta più agevole per raggiungere una poltrona, coalizioni che, da un lato si sgolano a criticare l'intero operato dell'ultima amministrazione comunale e dall'altro, spalancano le porte a decine di assessori, consiglieri, dirigenti apicali che di quell'amministrazione sono stati nel bene e nel male la spina dorsale. A parole - continua - invocano il cambiamento e nei fatti accolgono a braccia aperte i protagonisti di una stagione che loro stessi hanno definito disastrosa. Delle due l'una: o sono in malafede quando esprimono i loro giudizi, o sono incapaci di scegliere i propri alleati».

«È vero - prosegue la candidata -, dalle liste devono emergere quelle "energie migliori, che non sono solamente della politica", di cui ha parlato in una lettera il prefetto Valentini. Associazionismo, imprenditoria, talenti che rientrano dall'estero per dare un contributo alla loro terra, sono queste le forze che metteremo in campo per costruire il futuro della città. Due esempi: Marco Giacalone e Roberto Angrisani, docenti universitari, 33 e 34 anni, che da Belgio e Francia aderiscono alla sfida politica per Napoli, per candidarsi nella nostra coalizione e portare il valore delle esperienze, di competenze e visione internazionale maturate all'estero. Ragazzi - ribadisce - che devono trovare qui lo spazio e le opportunità che si meritano e che come sindaco mi impegnerò a costruire, per le tante menti che via da Napoli, portano con loro un pezzo brillante del nostro futuro».

«Giovani che, con grande impiego di risorse pubbliche, i nostri atenei hanno contribuito a formare, esportando quell'eccellenza della scuola napoletana che ha permesso loro di raggiungere prestigiose posizioni lavorative. Questi - conclude Clemente - sono i nomi in lista di cui andare orgogliosi e che intendiamo valorizzare».