NAPOLI. Le tre cosche dell’Alleanza di Secondigliano dopo tanti anni continuano ancora oggi a essere «una cosa sola», ma da qualche tempo all’interno del super cartello della camorra napoletana si sarebbe creato un principio di spaccatura tra i gruppi Contini e Licciardi. Le ruggini sarebbero, in particolare, scaturite da alcuni contrasti intercorsi tra la boss “’a peccerella” e il rampollo Ettore Bosti, il quale «aveva un atteggiamento che a loro non piaceva, da guappo».

La fibrillazione sarebbe al momento rientrata in nome degli affari comuni, ma gli esiti di questo scenario non sono ancora prevedibili. A riferire l’inedita circostanza è oggi il collaboratore di giustizia Domenico Esposito, ex uomo del clan potente Moccia di Afragola, il quale ha rivelato agli inquirenti della Dda di Napoli una lunga serie di ricostruzioni in merito ad alcuni summit che avrebbero visto la partecipazione dei massimi vertici dell’Alleanza di Secondigliano. Proprio quelle dichiarazioni rappresentano uno dei pilastri dell’inchiesta che pochi giorni fa ha portato all’arresto di Maria Licciardi, fermata all’aeroporto di Ciampino con l’accusa di mafia, estorsione e turbativa d’asta. Sottoposto a interrogatorio il 31 marzo del 2017, Esposito ha subito chiarito: «Posso dire che tuttora i Licciardi e i Contini sono una cosa. Ho personalmente assistito a discussioni interne ai Contini dove sono intervenuti i Licciardi e anche quelli di Giugliano, cioè Salvatore Lago che è alleato con i Contini. Salvatore è il braccio destro di Ciccio Mallardo. I vecchi clan dell’Alleanza parlano eccome tra loro, anche oggi. Quando facevano le riunioni, e anche in mia presenza, ad esempio subito dopo l’arresto di Rosetta, scendevano i Licciardi e si incontravano in un bar dell’Arenaccia con i fratelli Botta».

Gli incontri in questione, stando sempre a quanto riferito dall’ex uomo dei Moccia, sarebbero stati però tutt’altro che dai toni “pacifici”. Il problema, a suo dire, sarebbe stato l’atteggiamento sfrontato del figlio di Patrizio Bosti, all’epoca libero, che non andava per nulla giù agli altri ras dell’Alleanza: «Anche Maria Licciardi - ha messo ancora a verbale Esposito - andava alle riunioni con suo nipote Giovanni al Vasto, accompagnata pure da Pinuccio “’o niro” suo figlio, e alle riunioni partecipavano i vecchi del clan Contini come Tolomelli e questo Espedito. La vecchia guardia, e la stessa Maria, non amavano avere a che fare nelle riunioni con Ettoruccio “’o russo” perché se si doveva parlare di cose più elevate preferivano Tolomelli e gli altri anziani, in quanto Ettore aveva un atteggiamento che a loro non piaceva, da guappo. Alla fine però Ettore era comunque il figlio di Patrizio e come tale era da tutti rispettato, ed Ettore comunque comandava, aveva un ruolo importante in tutto questo, tant’è che lo stesso Tolomelli riferiva tutto a Ettore e lo rispettava. Ettore Bosti “’o russo” era a capo, ma gli affiliati come Alfredino, ma anche Maria Licciardi e Giovanni Licciardi, si lamentavano di lui per il modo di fare che aveva». In nome degli affari le frizioni interne all’Alleanza di Secondigliano sono state però fino ad oggi messe da parte.