VENEZIA. Attraente, fascinoso e fumatore. Solo un esteta come Paolo Sorrentino avrebbe potuto immaginare un Papa così. Per di più di appena 47 anni ed americano. Sbarca a Venezia la super serie tv “The Young Pope” prodotta da Sky ed Hbo e proiettata in anteprima alla 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

A calarsi nei panni di Sua Santità è Jude Law: «Avevo paura di interpretare un Papa – così la star hollywoodiana – non sapevo come dargli credibilità. Abbiamo costruito insieme a Paolo il personaggio: un uomo complicato ricco di contraddizioni, con molti strati. È un personaggio che recita a sua volta. Lavorare con Sorrentino è stata una grande opportunità, una grande gioia. Di lui mi piace il linguaggio visivo, ed io mi sono sentito come un colore sulla sua tavolozza».

Un passaggio importante quello del cineasta napoletano che per la prima volta si è dovuto misurare con una serie televisiva. «La scrittura di un lavoro così è molto difficile e impegnativa ma allo stesso tempo eccitante – così il regista – grazie alla dilatazione dei tempi c’è la possibilità di approfondire i personaggi e fare delle digressioni che al cinema non è permesso. Ho tenuto conto di più della tenuta narrativa, ma ho anche inserito alcune sintesi che uso al cinema e che non vengono utilizzate nelle serie tv. “The Young Pope” è un lungo film di 10 ore a cui sono state applicate alcune regole per la fruizione televisiva». E a chi gli chiede se ha paura di una possibile reazione del Vaticano risponde: «È un problema del Vaticano. Anzi non è neanche un problema, se avranno pazienza di vederlo fino in fondo capiranno che è un lavoro che affronta con curiosità e onestà, senza la voglia di fare sterili provocazioni e senza mostrare pregiudizio o intolleranza, le contraddizioni, le difficoltà e le cose affascinanti del clero e di un prete un po’ diverso dagli altri che è il Papa». 

In conferenza erano presenti anche gli attori Silvio Orlando, Ludivine Sagnier, Cécile De France, James Cromwell, Javier Camara e Scott Shepherd. L’attore napoletano, che nella serie è il perfido Cardinal Voiello, la mette sul piano dell’ironia: «Ho sterminato tanti coach (recita in inglese, ndr) e devo ringraziare l’enorme pazienza di tutti. A chi mi sono ispirato? Il male è distribuito a tutti gli uomini ed io ho preso ispirazione dal male che avevo dentro, anche se non posseggo pur non avendo un super attico e non avendo mai rubato a nessun bambino (ride)». Il Cardinale ha ben tre telefonini con le cover di tre attaccanti del Napoli: Insigne, Hamsik e “core ingrato” Higuain. «La Chiesa è fede e tradimento – spiega Sorrentino – ed Higuain ricorda esattamente questi concetti».

Da Venezia a Venezia, la prima puntata di “The Young Pope” parte proprio da una visione onirica della splendida Piazza San Marco. Un sogno del giovane Pontefice che appena sveglio infila un infradito per andare a fare colazione: “Solo Coca Zero Cherry per me”. Poi l’affaccio per salutare i fedeli per il suo discorso di esordio. Una bolgia da stadio, applausi, grida. Ma questo era solo frutto della sua immaginazione. Nella realtà il discorso ai fedeli ancora lo deve fare. Ed è così che da neo Papa dovrà misurarsi con tutta la curia, studiare i suoi confratelli. Il tutto in un clima di grande ironia. “Lanny” ha un passato difficile, orfano sin da bambino si farà crescere da Suor Mary (interpretato da una meravigliosa Diane Keaton) che poi lo affiancherà al Vaticano in questa sua nuova “avventura”.

Appare rivoluzionario Pio XIII. Non vuole farsi fotografare, non vuole che si usi la sua immagine per fare marketing. Ma quando poi incontrerà per la prima volta il popolo di Piazza San Pietro griderà un “Voi non mi meritate” che spiazza tutti. Il talento di Sorrentino traspare in ogni inquadratura, la narrazione è fluida e avvincente. Ma il punto forte è la bravura di Jude Law che lascia a bocca aperta, strepitoso. Si preannuncia come una serie cult, da non perdere. Per vedere le puntate di “The Young Pope” sarà necessario sintonizzarsi su Sky Atlantic dal 21 ottobre.