Lo chiamano “il pizzaiolo del Papa" perché in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia fu scelto da Papa Francesco per preparare le pizze alla mensa del Vaticano. Oggi Vincenzo Staiano, titolare della pizzeria "O' Zi Aniello" di Lettere, nel Napoletano, si è recato in piazza del Plebiscito a Napoli per portare una delle 15 "croci" che affliggono gli esercenti in quest'anno di pandemia, unendosi alla manifestazione di protesta organizzata da Confesercenti Campania.

«Siamo qui non per chiedere soldi - ha spiegato Staiano - ma per aprire. Devono darci la possibilità di farlo, con tutte le accortezze, ma abbiamo bisogno di avere la speranza di riaprire e ricominciare, fare un po' di economia. Abbiamo solo questo, non abbiamo altre attività. Le croci ci sono, le cartelle arrivano e noi stiamo pagando, ma non facciamo incassi. E se non incassiamo, come facciamo a pagare i dipendenti? Un imprenditore che ha famiglia ed è ridotto alla povertà, con un fitto da pagare, chiederà i soldi agli usurai, e chissà quante di queste storie nasceranno prossimamente». 

Staiano ha quantificato una perdita di fatturato rispetto all'anno scorso «di oltre il 90%. Ma oggi un'attività con 10 o 15 dipendenti, solo con il delivery e l'asporto, come la fai? È ridicolo. Eppure sono tutti aperti, tranne le attività di ristorazione a cui lo Stato ha lasciato il contentino dell'asporto, ma l'incasso dov'è? Noi facciamo un altro tipo di lavoro e così moriamo, non ci sono soluzioni». 

Ecco perché, secondo "il pizzaiolo del Papa", bisogna «riaprire subito con tutte le accortezze, il che è giusto per noi e per gli altri. L'abbiamo fatto un anno fa quando ci siamo organizzati con il plexiglass, abbiamo speso una marea di soldi ma per cosa? Se un'attività di ristorazione ha 100 posti può aprire per 30, se ne ha 200 può aprire per 50. Si apre in maniera organizzata e così cominciamo a vedere un po' di luce. Ma - conclude Staiano - la politica è incapace, spero che Dio illumini queste persone e ascolti le nostre preghiere».