NAPOLI. Corruzione, turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture nelle gare d'appalto per il porto di Napoli. Sono i reati contestati a due funzionari dell'Autorità Portuale di Napoli e cinque imprenditori destinatari di un'ordinanza di misure cautelari eseguita dalla Guardia costiera ed emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Procura, sezione reati contro la Pubblica Amministrazione. I soggetti destinatari delle misure, arresti domiciliari per sei e misura interdittiva per uno, risultano indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture commessi nell'ambito delle gare di appalto bandite dall'Autorità di sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale ( già Autorità Portuale) per l'esecuzione di importanti lavori edili e strutturali presso il porto di Napoli.

ARRESTI DOMICILIARI. Ai domiciliari sono finiti il funzionario Gianluca Esposito e gli imprenditori Pasquale Ferrara, Pasquale Loffredo, Pasquale Sgambati, Giovanni Esposito ed Alfredo Staffetta. Per il funzionario Emilio Squillante interdizione dai pubblici uffici.

AUTORITà PORTUALE. In relazione alle indagini sul sistema degli appalti e sulla gestione nel porto di Napoli, l'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale ribadisce «come già è accaduto nei mesi passati la piena collaborazione dell'istituzione nei confronti della polizia giudiziaria e della magistratura». È quanto si legge in una nota dell'Adsp Mar Tirreno Centrale, che comprende i porti di Napoli, Castellammare di Stabia e Salerno. «Tutti gli elementi emersi dall'indagine saranno valutati attentamente per assumere le conseguenti determinazioni» dichiara Pietro Spirito, presidente dell'autorità portuale. «Sulla gestione degli appalti per la manutenzione - aggiunge - siamo intervenuti introducendo regole severe a valle di una analisi effettuata sui procedimenti passati. Continueremo lungo il percorso tracciato per assicurare il massimo rispetto della legalità», conclude.