NAPOLI. Sequestrata dall’Arpac per presunte irregolarità nell’ambito delle attività di conferimento e accoglimento dei rifiuti. Dalla serata di giovedì l’isola ecologica del polo artigianale di via Nelson Mandela a Pianura è inutilizzabile. La chiusura del centro di raccolta dei vari materiali, avvenuta a seguito dei controlli e ispezioni dell’agenzia regionale per la protezione ambientale nonchè dei carabinieri del Nucleo Forestale, profila già un pericolo per l’area del quartiere occidentale di Napoli: quello dell’abbandono indisciplinato della spazzatura da parte degli incivili, con Asìa che ora conta sui pattugliamenti della Polizia Ambientale per scongiurare il dilagare dell’antipatica quanto deleteria pratica del sacchetto selvaggio. Il sequestro dell’isola ecologica di via Nelson Mandela, inaugurata nel 2017, è senza dubbio un’altra mannaia in questo complicato periodo in cui montagne di rifiuti continuano a formarsi dovunque in città a causa anzitutto di un meccanismo di scarico agli Stir, oramai saturi, che si muove ancora troppo a rilento soprattutto per le esigenze del capoluogo che produce un sempre enorme quantitativo di spazzatura ogni giorno da smaltire e con il Comune e Asìa che chiedono l’ampliamento ad un range di 1.300-1.500 tonnellate al giorno da depositare agli impianti. Se s’aggiungono controlli spesso insufficienti e una certa pigrizia della popolazione, il quadro della disperazione ambientale è servito. Ad essere contestate  la copertura di alcune griglie situate nel centro di raccolta ed altre pratiche di deposito dei rifiuti. Le prescrizioni dell’Arpac che giustificano l’apposizione dei sigilli all’area sta lasciando una certa incredulità in Asìa, già oberata a risolvere le tante criticità. Ora la società cittadina dei rifiuti, attraverso un legale di parte, avrà tempo sino al prossimo martedì  per sollevare le obiezioni in merito al provvedimento di stop dell’isola ecologica pianurese e sperare nella riapertura del sito. «Non ci aspettavamo questa  chiusura del centro di raccolta del polo artigianale da parte dell’Arpac, speravamo piuttosto di poter trovare una soluzione che potesse sistemare ciò che non andava ma senza interrompere le attività. Siamo rimasti sorpresi» ammette il presidente di Asìa Maria De Marco aggiungendo: «Presentando tutti gli atti documentali speriamo di sbloccare la situazione e riaprire l’isola ecologica del Polo Artigianale, ora c’è un posto in meno dove i cittadini possono conferire i propri rifiuti. Così come dico questo, però, dico anche che ce ne sono tante altre aperte in tutta la città e quindi la chiusura di via Nelson Mandela non deve rappresentare una scusante per abbandonare per strada gli ingombranti. Anzi, vorrei anche ricordare che conferire correttamente gli ingombranti all’isola ecologica dà la possibilità ai cittadini di poter ricevere zucchero e caffè. È una pratica per alimentare le buone maniere». Per tamponare la possibile emergenza il presidente Asìa conferma di «aver già chiesto al capitano della Polizia ambientale, Enrico Del Gaudio una particolare attenzione in quella zona dove temiamo si formino cumuli di spazzatura». È proprio questo il costante pericolo: l’idiosincrasia di una parte della popolazione a compiere l’auspicabile scatto ambientale e ambientalista e lasciarsi una volta per tutte alle spalle un retaggio di una stagione buia per Napoli e la Campania.