Da Salerno, Garibaldi inviò al Cardinale Sisto Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli, un messaggio chiedendogli di celebrare con una cerimonia religiosa “la vittoria della causa italiana”. Ma quando entrò a Napoli, il 7 settembre 1860, trovò la porta del Duomo chiusa. “La funzione religiosa - scrive Laura Barletta nel volume curato da Giuseppe Galasso “Napoli” - avrebbe dovuto rappresentare la legittimazione formale del suo potere nella capitale conquistata”.