L’oggetto più caro è un bambino Gesù in gesso. Era di Mons. Francesco Saverio Petagna, fondatore della Congregazione delle Religiose dei Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria, ed è stato recuperato faticosamente. Lo racconta Suor Marilena, curatrice del Museo dedicato al Vescovo, che sarà aperto a breve a Castellammare di Stabia, in via Regina Margherita. Il “Roma” lo ha visitato in anteprima, grazie alla consulenza dell’avvocato Pino Ruocco. Dopo aver donato quanto aveva ai poveri, ammalato di leucemia, Mons. Petagna offrì la statuetta ad un creditore. Il parroco di San Bartolomeo Apostolo, a Sigliano, Mons. Michele Vitale, lo recuperò e lo consegnò a Mons. Felice Cece, Arcivescovo di Sorrento e Castellammare di  Stabia, che lo girò alle suore con la clausola che la statuina non uscisse dalla Diocesi. Lo spazio espositivo è allestito. Raccoglie magnifici paramenti tessuti a mano, calici, pissidi e oggetti appartenuti a Mons. Petagna, dichiarato Venerabile dalla Chiesa nel 2012, e alle Suore. Ci sono reliquie del Vescovo, le cui spoglie sono state traslate nel 1907 nella Cattedrale stabiese. Nello stemma episcopale di Mons. Petagna un giglio sovrasta una Torre, simbolo di fortezza. È il simbolo del candore e dell’innocenza, ed è quello dei Borbone, ai quali il Vescovo - che a Napoli era stato rettore della Chiesa di San Ferdinando, parrocchia dei Re delle Due Sicilie - fu leale tutta la vita. Per Ferdinando II di Borbone, scrisse un Elogio funebre, che recitò il 12 novembre 1859 in Cattedrale. Il testo è stato ripubblicato da Gianandrea de Antonellis (Club degli Autori Indipendenti). A Settembre 1860, quando il sindaco Raffaele Vollono, che il 31 luglio aveva giurato fedeltà a Francesco II di Borbone, (il giuramento è riportato dallo storico Giovanni Celoro Parascandolo) gli ordinò di celebrare un Te Deum per il nuovo regime, preferì andarsene in esilio.