NAPOLI. Parte da Napoli la protesta dei sindaci contro l’Autonomia differenziata. Nel giorno dell’anniversario dell’unità nazionale, dalle regioni di tutto Mezzogiorno, si sono riuniti nel complesso di Santa Maria la Nova, sede della Città metropolitana, per lanciare un secco «no» contro il ddl Calderoli. L’assemblea è stata promossa dall'Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, contro il disegno di legge «che spacca in due l’Italia». Così si legge sui volantini distribuiti da attivisti e manifestanti già dal mattino. Dove in piazza del Gesù è partito un primo corteo, promosso da Unione Popolare, Usb e altre realtà della sinistra radicale.
La presenza di tanti sindaci a Napoli «è un segnale forte che viene dalle città e dai piccoli Comuni. Si vuole mandare un segnale al Paese che lo stesso Paese si regge perché rappresentano le comunità, erogano i servizi di prossimità e quindi qualsiasi riforma si fa non può non partire dai Comuni», ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha introdotto l'assemblea. «Noi stiamo dando un grande messaggio di democrazia - ha aggiunto Manfredi - ma chiediamo grande attenzione al Governo e al Parlamento che non devono dimenticare i Comuni perché dimenticare i Comuni significa dimenticare i cittadini». Il timore di Manfredi è che con «la riduzione dei trasferimenti saranno i Comuni - e tantissimi quelli che sono in dissesto o predissesto, e non solo al Sud - ad essere maggiormente danneggiati». «Non vedo perché questo tema si discuta con le Regioni e i Comuni non possano essere al tavolo del negoziato", ha aggiunto Manfredi ricordando che lo schema di Autonomia differenziata anche se è stato approvato dal Governo "deve andare in Parlamento: i parlamentari sono stati eletti dai cittadini e devono guardare gli interessi dei cittadini, non difendere una posizione ideologica che poi danneggia le comunità».

«I Comuni in questi anni hanno dato di più a chi aveva più bisogno, semmai togliendo a chi aveva meno bisogno. E le Regioni non lo l'hanno fatto. Se non lo hanno fatto sino adesso lo vedo difficile per il futuro», ha detto il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro. A giudizio di Decaro l'Autonomia differenziata prevista dal governo finirà per accentuare la frammentazione non solo tra Nord e Sud «ma anche tra aree costiere e quelle interne, tra città e piccoli comuni della montagna, perché nel nostro Paese ci sono tante differenze dal punto di vista economico e sociale».

«Davvero paradossale celebrare oggi la Giornata dell'unità nazionale mentre rischiamo di prendere decisioni in direzione esattamente contrarie alla tutela dell'unità nazionale». Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, torna a criticare il ddl Calderoli sull'Autonomia differenziata. «Ci batteremo - ricorda nella diretta social del venerdì - come abbiamo fatto in questi anni, quasi da soli, contro alcuni contenuti della bozza Calderoli. Contro il residuo fiscale, ossia il lasciare nelle regioni del centronord gran parte del flusso di tributi che maturano lì, così come contro le misure che portino a rompere il sistema sanitario nazionale e quello scolastico. Si dice che questa operazione avviene a costo zero, quindi come si fa a recuperare i livelli essenziali di prestazioni, che al Sud sono molto indietro, senza investire risorse? Chiameremo allo scoperto chi a parole esalta la nazione e nei fatti la distrugge». Secondo De Luca la vera urgenza per il Paese non è l'Autonomia differenziata ma un programma che azzeri la burocrazia. «A cittadini, imprese e professionisti interessa poter lavorare, e in tempi certi, senza affondare nella palude burocratica», conclude.
«Da Napoli il Sud si ribella al progetto eversivo dell'Autonomia differenziata che vuole spezzare l'Italia, aumentare le discriminazioni territoriali, le disuguaglianze sociali ed economiche», afferma Luigi de Magistris. «Sono stato sindaco di Napoli, un sindaco autonomo per le autonomie dei popoli, delle città e dei territori. Con il ddl del Governo si vuole concentrare il potere finanziario, economico, politico e normativo nelle mani di alcuni presidenti di regione. Soprattutto per avere mani libere, per avere 'mani in pasta' e quindi occorre una forte mobilitazione popolare contro l'Autonomia differenziata» conclude l'ex sindaco di Napoli.