NAPOLI. È di nuovo guerra di camorra a Ponticelli, dove i clan sono entrati in una nuova fase di fibrillazione dopo mesi di apparente tregua. Tant’è vero che proprio gli ultimi fatti sangue secondo gli investigatori rappresenterebbero un botta e risposta: prima l’investimento a due giovani vicini al gruppo dell’”isolato 17” e poi, l’altro ieri sera, l’agguato con ferimento ad Antonio Meo, 51enne ritenuto vicino ad ambienti dei De Micco ma denunce a carico per camorra (va sottolineato). I pistoleri entrati in azione in corso Ponticelli nei pressi di un centro scommesse non volevano ucciderlo: hanno mirato alle gambe e ora l’uomo, ricoverato all’Ospedale del Mare, non è in pericolo di vita. Con lui c’era la moglie, rimasta illesa: entrambi erano seduti su una panchina.

IL TERRORE DIFFUSOSI NEL QUARTIERE DELL’AREA ORIENTALE. In corso Ponticelli, nell’area del Centro multiservizi, il terrore si è diffuso in pochi minuti. Antonio Meo (fratello di Vincenzo ucciso nel 1989 nel corso della strage del “Sayonara” ) stava parlando tranquillamente con la moglie quando all’improvviso è comparso un uomo in sella a uno scooter, con il volto coperto da un casco integrale da motociclista. Senza profferire parole e misurando ogni gesto, si è avvicinato al 51enne, che non ha avuto nemmeno il tempo di tentare una fuga restando seduto sulla panchina, e gli ha sparato contro mirando in basso tra le urla della donna e il fuggi fuggi generale. C’era ancora gente in strada e la zona è tra le più affollate del quartiere.

I PRIMI ACCERTAMENTI COMPIUTI DALLA POLIZIA LE DICHIARAZIONI RILASCIATE DA MEO AGLI INVESTIGATORI. In pochi minuti sul posto sono accorsi i poliziotti della squadra mobile della questura e del commissariato Ponticelli, che hanno compiuto i primi accertamenti mentre Antonio Meo era trasportato in ambulanza al pronto soccorso. Sentito dagli investigatori per pochi minuti, non ha saputo fornire indicazioni utili alle indagini, così come la moglie. Gli autori dell’agguato non a caso avevano indossato i caschi per non essere riconosciuti, anche nel caso di immagini nitidi riprese dalla videosorveglianza del quartiere. Secondo alcune vaghe e frammentarie testimonianze sarebbero fuggiti in direzione della parte centrale di Ponticelli.

IL FERIMENTO DI DUE PERSONE AL RIONE DE GASPERI IL MESE SCORSO E LO SVILUPPO DELLE INDAGINI. Gli investigatori della Squadra mobile della questura partenopea e i colleghi del commissariato Ponticelli, che mantengono uno stretto riserbo sull’accaduto, metterebbero in relazione il ferimento di Antonio all’episodio del mese scorso. Quando si verificò l’agguato, con tanto di speronamento, a Vincenzo Rienzo, 23 anni, e Giuseppe Tulipano, 31 anni, investiti e sbalzati dallo scooter di sera da un Suv lanciato a folle velocità. Rienzo è indicato come vicino al gruppo dell’isolato 17”, nato nel Rione De Gasperi e capeggiato da una ras ex Sarno scarcerato un annetto fa. Le indagini anche in quel caso si sono indirizzate fin da subito verso l’ipotesi di una ripresa della guerra di camorra tra i De Micco e l’alleanza tra i clan rivali. Come spieghiamo a parte, le nuove tensioni si sono manifestate anche con “stese”, intimidazioni varie e due bombe piazzate in punti strategici del quartiere. Alla base della nuova fase di guerra a Ponticelli ci sarebbe l’allargamento delle zone d’influenza da parte dei “Bodo”, penultima novità investigativa prima dell’alleanza tra tutti gli altri clan. Una penetrazione, secondo alcuni esperti investigatori, in corso di svolgimento sotto traccia ma certamente non sfuggita ai nemici di camorra.