“Lo consideriamo un atto dovuto nei confronti della categoria, anche in ossequio a quanto previsto dal nostro Statuto”, dichiara Marco Cuchel, presidente dell'Anc, all'indomani del deposito del ricorso presso il Tar del Lazio contro il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per l’annullamento della delibera di approvazione del nuovo Codice deontologico, criticandone il metodo oltre che il merito.

“Dopo aver esperito tutti i tentativi possibili per modificare il testo della bozza, messa in consultazione dal Consiglio Nazionale per un tempo troppo esiguo, insufficiente a rendere i colleghi consapevoli dei contenuti del documento e a stimolare il necessario dibattito all'interno della categoria” - prosegue Cuchel - e dopo aver inoltrato i nostri rilievi, il testo è stato approvato con alcune modifiche, non sostanziali.

Permangono, quindi, le criticità che a nostro avviso non possono essere ignorate, poiché rischiano di compromettere seriamente l’attività di tutti noi iscritti, oltre a minare i principi fondativi della nostra professione”.

L’Associazione Nazionale Commercialisti ha ritenuto necessario ricorrere al TAR, denunciando varie criticità; in particolare le forti limitazioni che il nuovo codice impone in termini di comunicazione con la potenziale clientela, già disciplinata da norme di natura superiore.

Un altro punto oggetto di rilievo è la riduzione della libertà di critica e l’eccessivo arbitrio consegnato ai Consigli di disciplina, nel ravvisare comportamenti lesivi e ricondurli alla violazione delle norme.

Si contesta, inoltre, l'illegittima ingerenza del Consiglio Nazionale nella libertà degli iscritti di determinare i compensi per la propria clientela non soggetta all'equo compenso, in assenza di limiti stabiliti dalla legge.

“Ci auguriamo - conclude Cuchel - che questa vicenda possa concludersi a breve e che vi sia una redde rationem da parte di chi, forse, ha sottovalutato la nostra attenzione e la nostra determinazione”.