I conflitti diffusi, l'indipendenza energetica, la transizione digitale. Il cambiamento climatico, le migrazioni dai Sud del mondo, la demografia e le libertà individuali e politiche. Sette problemi che affliggono l’intero pianeta e che spingono a ripensare il ruolo che l’Italia, e in particolare il Sud del nostro Paese, possono svolgere in questa polveriera a cielo aperto.

Sono queste le premesse poste al centro della seconda edizione di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia, diretto da Roberto Napoletano, che si svolgerà a Napoli il 18, 19 e 20 aprile, nell'Aula Magna del Centro congressi dell'Università Federico II, e che sono state anticipate oggi durante la conferenza stampa di presentazione nella Sala Giunta del Comune di Napoli. L’iniziativa è promossa da Il Quotidiano del Sud - L'altra voce dell'Italia e dall'Università degli studi di Napoli Federico II in collaborazione con il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e la BEI e con il patrocinio del Comune di Napoli.

Durante i tre giorni di confronto si partirà dalla Carta di Napoli, frutto degli spunti e delle riflessioni emerse dalla prima edizione. La narrazione del Sud Italia, primo fra i Sud del mondo è cambiata: ne sono un esempio la sua misurabile crescita industriale, il proliferare di piccole e medie imprese, un numero di start up paragonabile al Nord. Il Mezzogiorno, ormai, è il motore che ha portato l’Italia a correre più dei vicini Paesi europei rispetto ai livelli pre-Covid. Una tendenza iniziata molto prima della crisi pandemica, quando le imprese avevano cominciato ad aumentare la loro produttività e continuano a farlo ancora oggi. Tanto che l’aumento più significativo nell’export è stato registrato proprio dal Sud con una crescita del 16,8%, seguito dal Nord Ovest (+2,7%), e dal Nord Est e dal Centro che sono calati rispettivamente dell’1 e del 3,4%. A trainare questa crescita è la Campania, che ha chiuso il 2023 con un +28,9% passando dai 12,3 miliardi di euro di esportazioni del 2019 ai 22,2 di oggi. Fanno bene anche il Molise (+21,1%), la Calabria (+20,9%), l’Abruzzo (+13,6%), e la Basilicata (+5,5%).

I riflettori saranno puntati, dunque, sul Mezzogiorno, sul centro del Mediterraneo, che torna a essere il fronte strategico per la crescita di tutta l’Europa e che può rappresentare il motore di pace e sviluppo sostenibile anche alla luce del piano Mattei per l'Africa. Il Festival si articola in tre sessioni: la prima giornata sarà dedicata al quadro geopolitico che coinvolge il Mediterraneo e alle sfide strategiche, energetiche e infrastrutturali. La seconda alla nuova geografia dei traffici, all’industria del mare e alla sfida strategica del capitale umano per costruire la nuova classe dirigente del Mediterraneo, alla grande rete del futuro, alle politiche industriali europee e al nuovo Mediterraneo. L’ultima giornata sarà dedicata a un racconto del Sud italiano come primo dei Sud del mondo per sicurezza, tasso di sviluppo industriale e collocazione strategica all’interno di un Paese del G7. La narrazione cambiata del Mezzogiorno sarà arricchita da testimonianze dal campo e avrà una finestra rilevante sul ritorno della Magna Grecia con il Mediterraneo produttore di cultura per il nuovo mondo.

Al grande confronto prenderanno parte oltre 60 relatori, tra cui 5 ministri nazionali, rettori e ministri internazionali, Commissari e Direttori Generali europei, le voci più autorevoli del Mediterraneo allargato e delle istituzioni multilaterali, oltre 20 tra Amministratori Delegati e Presidenti delle più importanti aziende italiane globali e della finanza.

A guidare il dibattito saranno gli stimolanti spunti e riflessioni dell’Advisory Board del Festival presieduto da Patrizio Bianchi, già Ministro dell’Istruzione, e composto da Davide Tabarelli (Presidente Nomisma Energia), Matteo Lorito (Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico e Presidente Fondazione Agritech), Donato Iacovone (Docente universitario ed economista), Mario Rocco (Docente universitario, Partner Head of Valuation, Modelling & Economics, EY), Ercole Incalza (Manager pubblico ed Esperto di Economia dei trasporti), Leandra D’Antone (Professore senior di Storia contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza”), Giuseppina Capaldo (Professore ordinario di Diritto privato e della Finanza d’Impresa all’Università di Roma “La Sapienza”), Fabrizio Galimberti (Economista e Giornalista, già Direttore dell’ufficio studi de Il Sole 24 Ore e FIAT), Giuliano Noci (Professore ordinario di Strategia e Marketing e Vice-Rector for China del Politecnico di Milano) e Michele Marchi (Coordinatore del corso di laurea in Storia, Società e Culture del Mediterraneo all’Università di Bologna – Campus di Ravenna).

«Abbiamo messo al primo punto della carta di Napoli che era necessario cambiare la narrazione del Mezzogiorno. Che non significa inventare una narrazione inesistente, ma documentare ciò che è stato fatto di rilevante e che non si conosce per costruire quella fiducia contagiosa che permetterà di fare ancora il molto che si deve ancora fare per unire il Paese, dando all’Europa il suo nuovo hub energetico del Mediterraneo e costruendo la nuova classe dirigente euromediterranea investendo sul capitale umano - ha sottolineato Roberto Napoletano, direttore del Quotidiano del Sud-l’AltraVoce dell’Italia e del Festival Euromediterraneo dell’Economia. - Nella prima edizione abbiamo lanciato la proposta di una università del Mediterraneo, consentendo ai giovani delle due sponde del mare nostrum di frequentare gli stessi corsi di laurea, tenendo come sedi di studio le università del Sud Europa e del Nord Africa. Un percorso lungo che ha un primo step attuativo con l’accordo che verrà firmato quest’anno dall’università di Napoli Federico II e la Jordan University di Amman, il Politecnico Mohammad VI di Rabat. L’ambizione che si realizza con questo Festival - ha spiegato Napoletano - è quella di lanciare una innovativa iniziativa di mobilità interuniversitaria mediterranea con la volontà di rispondere alle esigenze reali dei sistemi educativi e produttivi del nuovo Sud globale, privilegiando l’accesso immediato al mondo del lavoro tramite percorsi di alta formazione più snelli rispetto agli standard. Ci permettiamo di sottolineare che questo tipo di iniziative rientra anche nella fase attuativa degli obiettivi del Piano Mattei europeo per il quale la formazione tecnico-specialistica dei giovani è uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo del continente africano».

«Per il secondo anno consecutivo Napoli ospita Feuromed, il Festival Euromediterraneo  dell’Economia. Una conferma che rappresenta per noi motivo di grande orgoglio, soprattutto perché questa scelta sottolinea il ruolo significativo che la nostra città riveste nel contesto euromediterraneo. Con la ‘Carta di Napoli’ sancita lo scorso anno, la nostra città si configura come capitale del Mediterraneo, polo di rilevanza economica, politica e sociale e a supporto della promozione della pace nell’intera area del bacino. Il mare, con il quale la città ha intrecciato la sua storia e la sua cultura, rappresenta oggi un catalizzatore di sviluppo economico e di crescita infrastrutturale nella sfida della transizione energetica». Così Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli.

«La Commissione Europea si pone l’obiettivo di una riduzione dei divari regionali europei, e sostiene le economie nazionali e locali tramite molteplici misure di finanziamento, dirette ad uno sviluppo sostenibile dei territori - ha commentato Elena Grech, vicedirettrice della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. - A questo, si aggiunge la forza dell’Unione Europea in quanto soggetto commerciale internazionale, che offre una spinta sostanziale all’export, aprendo mercati globali particolarmente appetibili per tutte quelle realtà grandi e piccole che fanno del commercio internazionale il fulcro della loro attività. I dati dimostrano che il Mezzogiorno ha saputo fare leva su queste opportunità, e la Commissione Europea rimane a fianco del Mezzogiorno».

«La seconda edizione di Feuromed (Festival Euromediterraneo dell’Economia) riparte dal risultato straordinario del primo evento. I temi sono tanti: dal ruolo della tecnologia al cambiamento climatico, dalle migrazioni ai conflitti. I lavori, ospitati dal Centro Congressi dell’Ateneo Federiciano, prendono l’avvio con uno sguardo al capitale umano mediterraneo del futuro, a come l’alta formazione lo sta realizzando e al ruolo del nostro meridione in una fase dello sviluppo dei popoli del Mare Nostrum di valenza storica - ha dichiarato Matteo Lorito, rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II - «I nostri giovani chiedono e hanno bisogno di concrete connessioni multilaterali tra le Comunità mediterranee basate sulle loro affinità culturali, storiche, economico-sociali e capaci di attivare una nuova stagione di sviluppo tecnologico e di ricerca scientifica, di opportunità di lavoro, di grandi progetti infrastrutturali e transnazionali. Il miglior antidoto contro conflitti, migrazioni, povertà educativa diffusa».

«Nella prima edizione di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell'economia 2023, durante le riunioni del comitato scientifico che presiedo, abbiamo puntato sulla rivoluzione geopolitica del Mediterraneo e del mondo capovolto che trova nei Sud d'Europa e nell'intera Africa settentrionale il nuovo centro propulsore: il Mediterraneo - ha commentato Patrizio Bianchi, presidente Advisory board del Festival. - Nell'edizione di quest'anno intendiamo ampliare tale dimensione come strumento d'azione per la ricerca di una pax mondiale, intesa non solo come assenza di conflitti armati, ma come dimensione di pacifica convivenza e cooperazione a livello economico».