Tre gol e una domanda: Hanno inciso le critiche di De Laurentiis? La risposta della squadra, dopo la filippica presidenziale organizzata nel post gara del Bernabeu, è stata esemplare, tanto sul piano della prestazione quanto su quello dell’applicazione, almeno fino a quando testa e gambe hanno retto. Lo sforzo fisico e psicologico prodotto in Spagna ha presentato il conto dopo oltre un’ora di gioco, durante la quale il Napoli ha dominato in lungo e in largo, ovviamente senza rinunciare alla sua idea di calcio, più forte (o più importante) degli appunti mossi da ADL. Sarri non è arretrato di un centimetro e il moderato turnover proposto al Bentegodi non può essere in alcun modo ricollegato alla sfuriata del massimo dirigente che aveva chiesto di vedere all’opera i calciatori meno impiegati per valutare la bontà dei suoi investimenti. Dal campo sono arrivate risposte più o meno convincenti: Pavoletti ha dato un gran contributo in fase di non possesso ma si è visto poco nella sedici metri avversaria; Maksimovic, al netto di alcune imprecisioni, ha comandato bene la retroguardia mentre è durata poco la partita di Allan, sostituito al quarantesimo per noie muscolari. Il brasiliano, atteso al varco dopo le rimostranze del suo procuratore, deluso per lo scarso impiego del suo assistito, rischia di restare fuori per un bel po’. Positiva anche la prova del redivivo Jorginho, puntuale in cabina di regia. La rivoluzione di Sarri ha fornito dunque risposte confortanti e magari offrirà a De Laurentiis la possibilità di valutare il potenziale (parzialmente inespresso) di quei calciatori che fin qui, per un motivo o per l’altro, hanno trovato poco spazio. Contava, però, l’atteggiamento della squadra che ha dimostrato di non risentire affatto delle scorie del dopo Madrid. Comportamento da squadra matura, compatta e orientata esclusivamente verso il raggiungimento degli obiettivi stagionali.

LA LEZIONE DI PEPE. Senza parole a fine gara. La direttiva presidenziale è stata perentoria e nemmeno il bel successo ottenuto con il Chievo è servito a far rientrare il provvedimento nato all’indomani della sconfitta maturata in Champions League. Il Napoli, però, ha trovato comunque il modo di celebrare la vittoria del Bentegodi. Ci ha pensato (manco a dirlo) il solito Pepe Reina, re indiscusso, tra gli azzurri, dei social network. Il numero uno spagnolo ha pubblicato sul suo account twitter una foto del gruppo azzurro festante negli spogliatoi, accompagnata da una didascalia molto significativa: “Grande gruppo di gente umile che lascia sempre tutto in campo. Grande vittoria ragazzi! Complimenti a tutti. Testa bassa e lavoro”. Una risposta al Presidente che in fondo, con quel pizzico di malizia che lo contraddistingue, ha forse ottenuto il suo reale obiettivo: ricompattare il gruppo contro un improbabile nemico per provare a trarre il massimo dall’ultimo segmento di stagione. Uniti e vincenti, come contro il Chievo Verona. Un bel segnale che avrebbe senza dubbio meritato il commento dei protagonisti, costretti ufficialmente al silenzio. Ha parlato per tutti Reina ma sono mancate le dichiarazioni di Sarri, costretto fare solo da bersaglio. Ha risposto ugualmente il tecnico, a modo suo, proponendo un Napoli diverso negli uomini ma allo stesso tempo vincente. Un messaggio significativo lanciato all’ambiente e al Presidente, pomo (magari volontario) di una discordia poco più che apparente.